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Salerno – Antonio Anastasio, accusato di aver tentato di far decadere la giunta-Sica intimidendo un consigliere comunale, dovrà affrontare il processo. Il Giudice per le udienze preliminari del tribunale di Salerno ha rinviato a giudizio il politico picentino unitamente ad altre 9 persone. Il prossimo 11 ottobre, dinanzi ai giudici della terza sezione penale del Tribunale di Salerno compariranno Antonio Anastasio, Enrico Bisogni, Emanuele Sessa, Francesco Sessa, Francesco Altieri, Antonino Madonna, Vincenzo Campanile, Cira Iodice, Carlo Della Corte.

Il gup si pronuncerà, invece, il prossimo 19 ottobre sulle richieste di rito abbreviato presentate dai legali di Sergio Bisogni, Francesco Mogavero, Maurizio De Martino, Sergio Rainone, Domenico Junior Vacchiano, Gioacchino Verderame, Antonio Fella, Vincenzo Caiafa Teresa Scalea.

Nella stessa data il Gup deciderà anche sul patteggiamento posposto dal legale di Marcello Perrotta. Le accuse sono di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, concorso in truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, concorso in attentato contro i diritti politici del cittadino, violenza privata e danneggiamento. I 21 soggetti sono tutti indagati nell’ambito dell’inchiesta Perseo che, nello scorso mese di febbraio, portò all’arresto di 16 persone. A corredo delle risultanze investigative che portò all’emanazione delle misure cautelari da parte del Pubblico Ministero Marco Colamonici, ora vi sono anche le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Sabino De Maio. Dichiarazioni che il magistrato titolare dell’inchiesta ha depositato la scorsa udienza. Ora gli avvocati dovranno vagliare le dichiarazioni. 

Le indagini, hanno preso il via nel 2015, ed hanno accertato l’esistenza di un gruppo camorristico che operava a sud di Salerno e che aveva in Enrico Bisogni, Sergio Bisogni e Francesco Mogavero i propri capi riconosciuti .Il gruppo che affonda le proprie radici nel clan Pecoraro-Renna s’è reso protagonista di numerosi episodi di estorsione e danneggiamenti, aggravati dalle modalità mafiose, compiuti in danno di imprenditori della Piana del Sele, impegnati nel settore finanziario, agricolo, dei trasporti e del noleggio di videogiochi. Per tali atti criminali, già nel luglio 2016, furono eseguite ordinanze di custodia cautelare a cui si aggiungono quelle di febbraio scorso. L’organizzazione era molto efferata, e pur di affermare il proprio volere non lesinava di porre in essere atti intimidatori, alcuni dei quali lesivi dell’integrità fisica delle vittime. Ben dodici gli episodi di intimidazione individuati dalla Direzione investigativa antimafia e ricondotti al gruppo criminale in questione.