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Una delle storie più celebri della letteratura mondiale si reinventa nella visione coreografica di Claudio Malangone, che debutta in prima nazionale al Teatro India di Roma con il suo Romeo e Giulietta, nuova produzione della compagnia Borderline Danza. Lo spettacolo, in scena sabato 10 e domenica 11 maggio alle 21, si presenta come una potente riflessione fisica ed emotiva sull’amore, la memoria e la condizione femminile, attraverso una scrittura scenica essenziale e coinvolgente.
Concepito dal coreografo Malangone, il lavoro rilegge la tragedia shakespeariana non più come storia adolescenziale, ma come atto di archeologia emotiva. I protagonisti, ormai adulti, si voltano indietro nel tempo per rievocare quel sentimento che li ha uniti e resi liberi, in un contesto che li voleva divisi.
«Un uomo e una donna, che nella loro vita hanno condiviso un amore molto profondo, sono seduti fianco a fianco di fronte a un calmo paesaggio collinare. Li vediamo di spalle, stanno chiacchierando. L’atmosfera è calma. Da qualche parte giacciono, come vuote roccaforti, le armature di quell’amore lontano. Il sentimento travolgente è scivolato fuori dalla crisalide, da quegli involucri che, formandosi per proteggere la carne resa tenera dall’amore, hanno posato sulle spalle dei due adolescenti d’un tempo un peso troppo grande. Un uomo e una donna, fianco a fianco, ripercorrono le tracce del sentimento che li unisce», racconta Claudio Malangone.
Accanto alla forza del racconto corporeo, Romeo e Giulietta si distingue per la sua modalità immersiva: una decina di spettatori sarà infatti coinvolta all’interno della scena con cuffie wireless, simulando i ruoli delle famiglie Capuleti e Montecchi. Un’esperienza sonora e partecipativa che rende ogni replica unica, intrecciando la drammaturgia con le reazioni del pubblico.
UN TEAM CREATIVO DI ECCELLENZA Con interpreti Adriana Cristiano e Luigi Aruta, e la dramaturg Gaia Clotilde Chernetich, la nuova creazione di Malangone è un viaggio tra passato e presente, tra silenzi e memorie, in cui la danza diventa linguaggio di resistenza, di tenerezza e di libertà. Ad arricchire lo spettacolo, la presenza di due figure di spicco nel panorama artistico italiano: Vittorio Giampietro, compositore e sound designer, noto per la sua capacità di creare paesaggi sonori che amplificano l’esperienza emotiva dello spettatore. Ha collaborato a progetti cinematografici come Re Granchio e Il solengo, distinguendosi per un approccio sperimentale e immersivo alla composizione sonora. Andrea Cavalletto, costumista di fama internazionale, ha firmato i costumi di film acclamati come Martin Eden e Il cattivo poeta, ottenendo riconoscimenti prestigiosi tra cui il Nastro d’Argento e il Premio Flaiano per i migliori costumi.