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Salerno – L’assemblea pubblica di Confindustria Salerno, incentrata sul tema “Fiducia ai Giovani”, lo scatena. Quando De Luca ‘gioca in casa’ non c’è ministro che tenga, non c’è partita. Tanto che più volte Padoan e poi Boccia – intervenuti dopo il Governatore – si confanno al clima, non guastano la festa e danno pubblicamente ragione ad un leader che a Salerno diventa ‘massimo’. Battitore libero, De Luca attacca tutti. Lo fa sin da prima di entrare nel sontuoso teatro Augusteo quando, alla domanda sui tempi delle Universiadi, la risposta diventa ‘imperativo’: “La legge di stabilità preveda una norma speciale come fu fatto per Expo Milano. Se sarà così accetteremo la sfida altrimenti i soldi che la Campania ha stanziato li investiremo comunque per rifare gli impianti sportivi regionali”.

La notizia è che la manifestazione (ri)torna in dubbio. Dal palco produce un affondo degno dell’attenzione, probabilmente, anche della Procura della Repubblica: “La Regione ha immesso nel tessuto dell’economia 3.6 miliardi in un cotesto difficilissimo in quanto siamo chiamati a coprire un buco di bilancio di quasi 2.5 miliardi. Ma ripianeremo: abbiamo deciso di non presentare più bilanci falsi ma di fare i conti con entrate ed uscite ‘vere’ e di non spendere scaricando su chi verrà dopo”. Ancora: “Investire nelle imprese significa, per chi gestisce una Istituzione, fare una scelta morale: rinunciare ad utilizzare centinaia di milioni di euro per farsi le clientele e scommettere sul futuro delle giovani generazioni”. Il tema è quello della emigrazione di ‘cervelli’. Si attribuisce allora il merito di aver portato Apple a Napoli per poi svelare: “Apple viene se vede capitale umano da formare ma anche se c’è chi finanzia le borse di studio. Le borse di studio le paga la Campania”. Immancabile la puntatina sui 5 Stelle (“noi non parleremo mai di reddito di cittadinanza che consideriamo una bestialità siamo intenzionati a dare lavoro ai giovani, non assistenza”) prima di sferrare l’attacco politico più forte ai partiti della sua area: “L’Italia è un Paese costruito sulla misura del ‘non fare’ in cui è diventato difficile vivere da uomo libero senza fare parte di alcuna corporazione. Sulla palude burocratico-amministrativa si è registrato il vero fallimento di tutti i governi precedenti. Le dinamiche che questo groviglio impone ad un imprenditore è materia completamente estranea alla classe dirigente e politica del nostro Paese a cui attribuisco, essendone io parte, il 99% delle responsabilità”.

Guarda Padoan e nel concreto, riferendosi al porto di Salerno, gli chiede: “E’ mai possibile che per il dragaggio, ossia per togliere la sabbia, l’iter autorizzativo impieghi sei anni? Ma come pensiamo di competere con Rotterdam, Anversa, Valencia?”. Attacca il Parlamento: “La vaghezza di alcune figure di reato è attribuibile al Legislatore: il Parlamento scarica su altri le proprie responsabilità determinando una condizione di assoluta paura in capo ad un dirigente pubblico che oramai non firma più una variante in corso d’opera”. Ultimo riferimento alle zone economiche speciali. Guarda l’assessore alle attività produttive Amedeo Lepore e dice: “Saremo la prima regione a formalizzare la propria Zes: tutte le aree portuali di Napoli, Castellammare e Salerno con i rispettivi retroporti individuati in Nola-Marcianise per Napoli, valle dell’Irno-Battipaglia-Eboli per Salerno”.

Il ministro Padoan si dice ottimista (anche se in viso non sprizza propriamente gioia…) e, nell’analizzare la performance dei conti pubblici (cita Standard & Poor’s e la caduta di 40 punti base dello spread), attribuisce alla Campania “un contribuito veramente eccezionale”. L’intervento del presidente di confindustria Boccia, strutturato su aspetti e dinamiche industriali ma dalla forte connotazione politica è, tra gli altri, un susseguirsi di “ha ragione De Luca…”. Intercalare che propone almeno una decina di volte.