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I ritardi, le assenze non comunicate, la voglia di andare via comunicata ‘urbi et orbi, la svogliatezza, i rifiuti alla richiesta di dare un mano. C’è tutto questo in una stagione da dimenticare per la Salernitana, ostaggio di Dia e dell’incapacità di una società nella gestione del caso.

Il trascinatore dello scorso torneo si è trasformato nel carnefice con la connivenza di una dirigenza che ha praticamente accettato ogni tipo di atteggiamento senza colpo ferire, aspettandolo, credendo in una redenzione di un giocatore troppo sensibile alla sirene estere e a quel salto di qualità che Salerno non gli avrebbe garantito.

Irriconoscente Dia, disattento Iervolino che si è concentrato troppo nel ‘vendere fumo’ a una piazza appassionata e che riempie ancora l’Arechi con numeri esorbitanti nonostante spettacoli spesso indecorosi. Si è concentrato su tecnici promessi ad altre squadre, e anche in questo caso ricostruire le motivazioni quando la testa è da un’altra parte alla fine ha prodotto risultati disastrosi, o a soluzioni che hanno creato buchi più grandi delle toppe messe. 

Si è concentrato sulla costruzione di una squadra fatta di tante scommesse e poche certezze, sperando che tra queste ci fossero anche le reti di Dia. L’attaccante senegalese, però, non è mai stato dello stesso avviso, ha indossato la maglia granata, quando c’è stato, senza mai sentirla addosso.

Il culmine è il rifiuto di oggi nella gara contro l’Udinese, un’ultima piaggia che poteva essere conquistata contro un’avversaria in dieci. Poteva rappresentare la freccia in più, quella di qualità, ma alla fine è arrivato il no ed è arrivato un pareggio che sa di minestrina riscaldata. Muove la classifica ma non accorcia il divario.

Laconico Liverani col suo “non posso contare sul giocatore“, ma accorgersene adesso è colpa grave. Doveva accorgersene prima la società, una presenza del genere, con questi modi di agire e questi comportamenti, mina un gruppo da dentro. O se non lo mina, lo innervosisce assai, gli toglie serenità.

Il primo segnale forte di Iervolino doveva essere questo a inizio stagione, Dia fuori da una squadra che non aveva bisogno di ‘mal di pancia’ ma solo di serenità e grinta. Forse non ci si salva solo con quelle, la gente sarebbe stata comunque dalla parte di una squadra che avrebbe provato a sopperire a un gap importante rispetto alle altre squadre. Non un divario di qualità, ma di fame e attaccamento alla categoria.