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Capaccio Paestum (Sa) – Gillo Dorfles torna nella sua amata Paestum, a due anni dalla sua scomparsa, attraverso una mostra a lui dedicata per celebrare e rendere omaggio al sodalizio che, in circa vent’anni, l’artista e critico d’arte triestino ha saputo tessere con il territorio pestano e la sua comunità.

Dal 17 settembre al 17 novembre, negli spazi della Torre 28 dell’antica cinta muraria di Paestum verrà esposta una raccolta di circa cento opere tra materiali minimi, tele, grafiche e ceramiche, realizzate durante i numerosi soggiorni pestani di Dorfles quando, lontano dalle grandi città del nord, l’“angelo della critica” tornava a dipingere. La mostra sarà visitabile tutti i giorni, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18 con ingresso incluso nel biglietto del Parco Archeologico di Paestum e Velia, nell’abbonamento Paestum & Velia e nella card Adotta un Blocco.

 “Gillo Dorfles. La sua Paestum”, a cura di Nuvola Lista e Antonello Tolve, nasce da una collaborazione tra il MMMAC | Museo Materiali Minimi d’Arte Contemporanea e il Parco Archeologico di Paestum e Velia, con il sostegno economico della Regione Campania e il patrocinio del Comune di Capaccio Paestum.

“Tra i disegni e le pitture su tela, le carte e i cartoncini, le ceramiche e le serigrafie e i gioielli, il mondo di Gillo – all’anagrafe Gillo era Angelo Eugenio – è mostrato oggi in tutta la sua coerenza e evoluzione”, avvisa Antonello Tolve. Da alcuni lavori degli anni ‘40 fino ai più recenti del 2009 e 2010, la mostra propone anche un video inedito in cui, in un’atmosfera intima, il maestro è ripreso mentre dipinge.

La mostra di Dorfles negli spazi del Parco Archeologico di Paestum e Velia, si pone in continuità con le installazioni di arte contemporanea già presenti a Paestum come l’opera “Tempi Prospettici” di Carlo Alfano nel museo o “Il Cavallo di sabbia” di Mimmo Paladino nell’area archeologica.

“Quando mi è stata proposta una mostra su Gillo Dorfles nella Torre 28 di Paestum sono rimasto entusiasta – dichiara il direttore del Parco Zuchtriegel.L’intenso rapporto che Gillo aveva con il sito di Paestum e che emerge chiaro nelle sue opere d’arte lo pone tra i protagonisti del Novecento che hanno dato nuovo impulso alla conoscenza, alla fama e alla centralità del sito magno-greco nell’arte, nella letteratura e nella cultura contemporanea. Con questa mostra si vuol far inoltre emergere la connessione tra archeologia e contemporaneità in un sito che continua a fornire stimoli e a restituire nuove scoperte e che è in continuo divenire, anche grazie al coinvolgimento di più realtà del territorio come il MMMAC”.

A rendere ancora più coinvolgente l’esposizione alla Torre 28 è inoltre un denso ventaglio di pannelli che accoglie alcune frasi scritte dal Dorfles che accompagnano il pubblico e lo invitano a riflettere sul vasto orizzonte di interessi che hanno alimentato il suo percorso teorico e creativo.

“Il suo soggiorno era scandito da lavoro, relax e abitudini”, ricorda Nuvola Lista nel testo introduttivo al catalogo. “Il lavoro lo vedeva partecipe alle inaugurazioni delle mostre da lui curate, da Mimmo Paladino a Lucio Del Pezzo, da Arnaldo Pomodoro a Carol Rama. Concedeva alcune interviste. Ma in buona parte della sua permanenza era alla ricerca di concentrazione e ispirazione necessarie per dipingere e discutere di progetti futuri. L’atmosfera di Paestum rendeva tutto più semplice”.