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Salerno – Restano in carcere Dante e Vincenzo Zullo arrestati lo scorso 29 maggio con le accuse di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, spaccio di droga, usura pluriaggravata, estorsioni continuate aggravate dal metodo mafioso ed intestazione fittizia dei beni. A deciderlo sono stati i giudici del tribunale del riesame. Per Dante Zullo (padre di Vincenzo) il collegio giudicante ha riqualificato alcuni reati ma respinto la richiesta di scarcerazione così come è stata respinta quella per Vincenzo Zullo. Va invece, ai domiciliari Vincenzo Porpora. Per tutti, difesi dagli avvocato Donatella Sica e Teresa Sorrentino, sono cadute le aggravanti. 

I tre furono arrestati in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Salerno. Ad ammanettarli furono i carabinieri del reparto territoriale di Nocera Inferiore. L’operazione avviata nel 2015 ha portato al sequestro di due società di Cava de’Tirreni del settore dei trasporti privati e del noleggio e vendita di autovetture e all’esecuzione di alcune perquisizioni nei confronti di altri quattro indagati di cui tre provenienti dal’area di Scafati- Castellammare di Stabia.

Oltre una decina le vittime di usura identificate. In particolare le indagini condotte dalla squadra mobile di Salerno e dal reparto territoriale dei carabinieri di Nocera Inferiore e coordinate dalla procura distrettuale anitmafia di Salerno hanno consentito di documentare la presenza e l’operatività di un gruppo facente capo a Dante Zullo, coadiuvato dal figlio Vincenzo Zullo, e da Vincenzo Porpora. Dall’operazione è emerso che in ben due casi Dante Zullo facendo leva sul suo riconosciuto spessore criminale è riuscito a coinvolgere nella propria organizzazione persone che da vittime si sono trasformati in parte attiva dei delitti posti in essere. È accusato di usura invece Vincenzo Porpora: l’indagine era partita da una pescheria di Cava dei Tirreni, il cui titolare aveva avuto dei problemi economici ed aveva chiesto 6.800 euro in prestito, ma poi per questo prestito Porpora gli aveva chiesto interessi per quasi 4.000 euro. È sempre Vincenzo Porpora che aveva poi organizzato un incontro tra Dante Zullo e Giovanni Sorrentino, che è un noto imprenditore Cavese operante nel settore dei trasporti turistici e nel noleggio delle autovetture. L’uomo era stato costretto a depositare sempre più soldi ai due.

Pina Ferro