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Salerno – “Le casse degli alberghi italiani sono vuote e le imprese al limite della sopravvivenza”. Il presidente provinciale di Federalberghi, Giuseppe Gagliano, dichiara: “I rimborsi concessi dallo Stato ai Comuni per il mancato gettito dell’imposta di soggiorno amareggiano gli albergatori a cui, invece, sono state concesse soltanto delle mancette.
Si tratta di ristori che per i singoli Comuni sono pari in media al 60% del calo del gettito rispetto all’anno 2019. Mentre gli alberghi, anche qui nel salernitano, hanno ricevuto ristori non superiori al 2% o 3% della perdita subita nel disgraziatissimo anno che è appena trascorso.
Una mancanza di qualsiasi criterio di uniformità che sarebbe difficile da digerire per tutti, ma lo è in particolar modo per gli operatori turistici che, senza considerare tutto l’indotto generato, danno lavoro a circa 2 milioni di persone e rappresentano circa il 10% del PIL nazionale.
Questa percentuale aumenta sensibilmente in un territorio particolarmente vocato al turismo come la Provincia di Salerno.
Nei mesi passati abbiamo rappresentato con fermezza al Governo la necessità di prendere a riferimento un mese diverso da aprile per calcolare l’importo dei ristori. Aprile è tradizionalmente poco rappresentativo della mole di lavoro di un albergo italiano. Sarebbe stato auspicabile tener presente il calo di fatturato in un orizzonte temporale maggiore, almeno 3 o 4 mesi, scegliendo quelli in cui le imprese alberghiere lavorano maggiormente, o ancora meglio considerare il calo del fatturato su base annua. Purtroppo la recente crisi di Governo ha rallentato l’adozione del nuovo Decreto ‘Ristori Quinquies’, che era stato appoggiato da tutte le forze politiche. Continueremo a fare pressioni nelle sedi opportune perché il provvedimento venga collocato ai primi posti dell’agenda del nuovo esecutivo che si sta formando”.

Federalberghi nazionale, rincara: “Il lockdown totale a Natale e Capodanno e il perdurare del divieto di spostarsi da una regione all’altra hanno moltiplicato gli effetti di una devastazione che non accenna ad arrestarsi”.
Con queste parole la Federazione degli albergatori introduce una desolante ricognizione della situazione di mercato “che anche a gennaio ha registrato un bilancio disastroso, con un calo dell’83% delle presenze turistiche rispetto al 2020”.

Nello specifico: “Nelle città d’arte, gran parte delle strutture ricettive è chiusa da marzo 2020. Il business travel è fermo così come fiere, congressi ed eventi di tutti i generi. La montagna ha perso più di metà della stagione invernale ed è in attesa di capire se qualcosa si potrà salvare. Le aziende termali e del benessere sono costrette a lavorare a scartamento ridotto.
Il mare, partito in notevole ritardo l’estate scorsa, subirà una nuova penalizzazione se sarà confermato l’intento di prolungare il calendario scolastico sino a fine giugno”.
La polemica: Tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, avevano preannunciato il proprio sostegno al cosiddetto Decreto ‘Ristori Quinquies’. La crisi di governo ha poi rallentato l’adozione del provvedimento, che confidiamo venga collocato ai primi posti dell’agenda del nuovo esecutivo.

Le nostre imprese hanno bisogno di essere accompagnate sino alla fine del tunnel, che non appare vicina. Chiediamo, oltre al sostegno per il 2021, anche un meccanismo perequativo, che colmi le lacune generate dai precedenti provvedimenti e attenui il sapore amaro della beffa di fine anno, quando le amministrazioni comunali hanno ricevuto il 60% della tassa di soggiorno incassata nel 2019, mentre gli alberghi, che in precedenza avevano ricevuto solo un magro indennizzo calcolato sul fatturato perso ad aprile, sono stati esclusi anche dal decreto “Natale”.