La Fondazione Angelo Vassallo Sindaco Pescatore ha accolto con grande soddisfazione la decisione del Governo di costituirsi parte civile nel processo per l’omicidio del Sindaco Pescatore. Una scelta maturata dopo l’appello lanciato il 5 settembre 2025, nel giorno del quindicesimo anniversario della morte di Angelo, da parte della Fondazione guidata da Dario Vassallo. Alla prima udienza preliminare, presso la Cittadella Giudiziaria di Salerno, la presenza dello Stato è stata forte e significativa: la Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’ANCI, l’ASMEL, Avviso Pubblico, Libera, Legambiente, la Fondazione Vassallo e numerose altre realtà. In totale, sono 23 le domande di costituzione di parte civile tra enti, associazioni e personalità, un abbraccio corale di legalità attorno alla memoria di Angelo Vassallo.
“Non cerchiamo vendetta, cerchiamo la verità – ha spiegato Dario Vassallo –. Dopo quindici anni e undici giorni siamo riusciti a portare sul banco degli imputati cinque persone collegate all’omicidio di Angelo. Sarà il processo a stabilire le responsabilità, ma oggi è una giornata importante non solo per la Fondazione, ma per l’Italia intera. Penso che Angelo sarebbe contento: la sua battaglia per la legalità è diventata quella di un Paese intero. È andata benissimo perché lo Stato ha fatto lo Stato: la Presidenza del Consiglio, l’ANCI, l’ASMEL, Avviso Pubblico, Libera, Legambiente e tante altre realtà si sono unite in un abbraccio attorno alla figura di Angelo. È un grande giorno per l’Italia e per la democrazia: quando si uccide un sindaco si feriscono i valori democratici, ma oggi lo Stato ha dato un segnale forte di presenza e di riscatto. Senza il grande lavoro dei Carabinieri del ROS, che hanno indagato senza guardare in faccia a nessuno, oggi non saremmo qui. A loro va il nostro ringraziamento più profondo.”
Il Vicepresidente Massimo Vassallo ha sottolineato la portata storica di questo momento: “È un giorno fondamentale per il nostro Paese e per il Sud. Portare davanti alla giustizia questi imputati significa non arrendersi all’oblio né alla rassegnazione. È una pietra miliare per la democrazia. Angelo non è solo nostro fratello, ma un simbolo di legalità per tutti, un esempio di sindaco che ha messo al centro i cittadini, la sua terra e il bene comune.”
Grande soddisfazione anche dall’avvocato della Fondazione, Antonio Ingroia, che ha parlato di un passaggio determinante: “La giustizia arriva, magari lenta, magari tardi, ma arriva. Credo che sia un momento molto importante. Merito, va detto ancora una volta, della Procura di Salerno e dei Carabinieri del Ros che hanno indagato senza guardare in faccia a nessuno. La costituzione di parte civile di tante associazioni dimostra che c’è un’Italia che crede ancora nella giustizia e che vuole verità e giustizia.”
L’Avvocato Anna Maria Anselmi, che affianca la Fondazione nel percorso giudiziario, ha evidenziato il valore simbolico di questa udienza: “Rispetto ad altre esperienze, questa volta non eravamo soli. Nella vicenda del processo Due Torri bis, la Fondazione era l’unica parte civile; oggi invece abbiamo visto la nutrita partecipazione dello Stato, di associazioni locali e nazionali, di fondazioni che difendono la legalità. È già un grande risultato essere arrivati fin qui. In aula si respirava un’aria pesante, ma anche carica di significato: la presenza delle istituzioni è la dimostrazione che lo Stato vuole sostenere la legalità e allinearsi a essa. Questo è un processo simbolo: uccidendo un sindaco si uccide lo Stato, e per questo la battaglia per la verità sull’omicidio di Angelo Vassallo riguarda tutti gli italiani.”
Il processo che si apre a Salerno non rappresenta soltanto l’accertamento di responsabilità individuali, ma è il frutto di un percorso condiviso che in questi anni ha visto centinaia di sindaci, istituzioni, associazioni e cittadini al fianco della Fondazione Vassallo. Una lunga marcia civile che oggi entra in una nuova fase, portando con sé la memoria viva del Sindaco Pescatore, che continua a rappresentare un faro di legalità per l’Italia intera.
Per anni si è ipotizzato un suo coinvolgimento nell’omicidio di Angelo Vassallo. Oggi, dopo due archiviazioni, Bruno Humberto Damiani, meglio noto come “Il Brasiliano”, è tra i 23 soggetti che hanno chiesto la costituzione di parte civile nel processo per l’omicidio del sindaco di Pollica. La richiesta è stata formulata dal suo avvocato Michele Sarno durante l’udienza preliminare a carico di 5 imputati che è stata celebrata dinanzi al gup Giovanni Rossi.
“All’epoca Damiani era l’unico indagato, la persona che è stata sempre epitetata per essere il vero responsabile dell’omicidio Vassallo. Oggi attraverso le attività della Procura scopriamo che era in atto un depistaggio da parte di chi aveva interesse a buttare la croce addosso a Damiani per coprire altre questioni – ha detto il legale uscendo dalla Cittadella Giudiziaria – Dopo la famiglia Vassallo ed i parenti, Damiani è il vero danneggiato da questa vicenda”.
Sarno ha annunciato anche che sarà chiesta un’integrazione del capo d’imputazione per calunnia nei confronti di Damiani.
La costituzione delle parti civili sarà discussa in una prossima udienza, fissata per il 17 ottobre. Nel corso della prima udienza, durata un’ora e mezza, l’avvocato Giovanni Annunziata – legale dell’imprenditore Giuseppe Cipriani – ha chiesto al giudice di attendere la pronuncia della Corte di Cassazione che, il prossimo 21 ottobre, dovrà esprimersi sul ricorso presentato da Cipriani. La difesa, infatti, ritiene che il Tribunale del Riesame di Salerno non abbia recepito le indicazioni date dagli ermellini e che abbia emesso “un decreto di scarcerazione per mancanza di esigenze cautelari e non per la mancanza dei gravi indizi di colpevolezza”.