Realizzare case al posto delle fonderie Pisano. Scade tra sei giorni la proposta di trasformare in edilizia residenziale l’attuale sede della contestata attività produttiva per la quali la recentissima pronuncia della Corte europea dei diritti dell’uomo ha certificato le criticità ambientali, accertando la violazione all’articolo che riconosce i cittadini al diritto a vivere in un ambiente salubre.
Con una lettera, a firma dell’architetto Maddalena Cantisani, protocollata lo scorso 19 giugno, il settore trasformazioni urbanistiche ed edilizia del Comune di Salerno ha inviato la proposta alle Fonderie Pisano e per conoscenza alla giunta regionale della Campania, Arpa Campania, Asl, sollecitando la presentazione di una proposta di variante al piano urbanistico attuativo.
Nella lettera viene premesso che il Comune, in vista dell’approvazione del nuovo PUC ha avviato una ricognizione dei comparti edificatori e che la zona in cui rientrano le Fonderie Pisano, alla luce della già richiamata sentenza, necessita di essere ridisciplinare e ripianifica nella prospettiva di realizzare una profonda bonifica. Come viene specificato nella nota la zona dovrà necessariamente partire da una valutazione circa la compatibilità della permanenza dello stabilimento produttivo con la destinazione residenziale.
E’ palese che richiesta serve su un piatto d’oro una via d’uscita alla famiglia Pisano alla luce delle oggettive difficoltà a delocalizzare lo stabilimento e al netto el fatto che molta quota produttiva è già stata spostata in altri siti. Per consentire la costruzione di case al posto dello stabilimento produttivo c’è la necessità di fare una variante urbanistica: laddove Pisano dovesse dire di sì il Comune si impegna entro due mesi ad indire una conferenza di servizi e a non perdere tempo. Ma se entro sei giorni Pisano non risponde, dovrà rinunciare definitivamente all’ipotesi.
Due giorni fa i consiglieri di minoranza in vista della prossima seduta del consiglio comunale di Salerno, si sono anche riuniti per decidere come procedere, in caso di mancato interesse di Pisano alla proposta. Intanto la proposta si conclude proprio con un ultimatum: “In caso di mancato rispetto dei termini si considererà definitivamente la rinuncia alla facoltà di proporre pua per il comparto cr1 con riserva di adottare qualsiasi provvedimento conseguente”. E a questo punto il Comune potrebbe anche decidere per imporre la chiusura della fabbrica.