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Salerno – Il raggio di sole nella giornata più fredda dell’anno (non solo climaticamente) arriva alla fine della cerimonia funebre di commiato dalle 26 ragazzine morte nel naufragio che ha inghiottito, inoltre, almeno altre 100 persone. Il Prefetto Salvatore Malfi, al termine di una sin troppo puntigliosa giustificazione delle assenze (nessun rappresentante del Governo né delle massime cariche parlamentari) ha annunciato che, quasi in contemporanea con le sepolture “è nato il primo maschietto da una delle donne superstiti incinte sbarcate a Salerno il 5 novembre”. Sulle salme: “Oggi conferiamo l’estremo saluto a 26 donne e a due feti. 10 corpi saranno tumulati a Salerno, gli altre in 13 Comuni della Provincia, i cui sindaci sono stati invitati ai funerali. Salerno accoglie con dignità sia i vivi che i morti”. Più delle parole, però, hanno assunto un grande significato di pace la ‘discreta’ partecipazione dell’Imam di Bellizzi Abdirrahmani Essbia al ‘Padre Nostro’ (tiene per mano Don Vincenzo Federico); il suo ‘Amen’ pronunciato ad ogni frase detta dall’arcivescovo Moretti e, dal palco, l’invocazione a Dio piuttosto che ad Allah. Imam che poco prima, alla domanda sugli attentati, aveva risposto: “Non riescono gli Stati a estirpare i terroristi, come possiamo riuscirci noi”.

La cerimonia si è aperta con la deposizione di fiori sulle bare da parte degli alunni degli Istituti De Sanctis, Da Procida e Focaccia. Dopo l’introduzione dell’Arcivescovo Moretti, il breve messaggio dell’Imam che ha invocato il Dio misericordioso, poi l’omelia del Vescovo che ha fatto riferimento ad una “umanità lacerata, divisa, richiusa su se stessa ed egoista”; a “morti difficili da comprendere ma di cui ci dobbiamo fare carico: siamo chiamati a fermarci, a guardarci intorno, prenderci cura di ognuno, così come il Signore ci chiede nella parabola del buon Samaritano. Ci facciamo carico  davanti a Dio di tutte le sofferenze delle persone disperse nel mare, delle vittime di guerra, delle violenze, delle ingiustizie. Ci sentiamo solidali”. Conclude con una sequenza dall’alto valore cristiano: “La vita non è la corsa a chi arriva prima ma il cammino faticoso e contraddittorio in cui ognuno si deve fare carico dell’altro per cercare di arrivare tutti”. Ad ascoltarlo il Governatore Vincenzo De Luca,  il sindaco del Comune di Salerno Vincenzo Napoli, il Procuratore della Repubblica Corrado Lembo, i parlamentari Vincenzo Fasano, Tino Iannuzzi, Sabrina Capozzolo, Eva Longo, Michele Ragosta, Angelica Saggese; il presidente del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni Tommaso Pellegrino, i sindaci dei Comuni che ospiteranno le salme; la Cgil (Tavella,e Botte); le associazioni “Fuori la guerra dalla storia – Domnne in Nero” e Centro Italiano Femminile, Don Marco Russo (Caritas), il marito di Marian Shaka, nata in Nigeria il 7 febbraio del 1997 ed il fratello di Osato Osaro, le uniche due vittime identificate. “In Libia ho visto cose inenarrabili”, ha detto il giovane, prima di affermare di non sapere che la sorella fosse incinta.  Molte le testate nazionali presenti; tra i giornalisti anche la inviata di AFP (France-Press, agenzia di stampa francese). L’ultimo atto religioso è stata la benedizione di ogni bara. Poi il trasporto verso gli altri cimiteri.