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Al silenzio e alla stanchezza di ieri successive alla aver scoperto il furto nella sua gioielleria alle tre del mattino,  oggi fa seguito la rabbia e l’indignazione di Ciro Romano, il titolare dell’attività commerciale di Pregem, rivendita di gioielli preziosi in via Della Monica a Torrione , dove una banda di quattro persone in appena quattro minuti ha portato via ciò che era  custodito nelle vetrine interne al negozio. Un valore che supera i 30.000€ secondo una prima stima ma che sul piano umano e professionale per il negoziante vale molto di più. Per questo Ciro ha voluto affidare ad un messaggio sfogo la sua rabbia e la sua indignazione per quanto accaduto. E mentre i carabinieri della compagnia di Salerno proseguono le indagini per risalire agli autori del furto registrato dalle telecamere di videosorveglianza, abbiamo deciso di dare spazio e risonanza al messaggio di sfogo dell’imprenditore.

Ecco il testo.. “A voi, banda di miserabili ladri:
Stanotte avete devastato la mia gioielleria. Non vi siete limitati a rubare oggetti di valore: avete inferto un colpo brutale a tutto ciò che ho costruito con anni di lavoro, fatica, sacrifici e dedizione.
Ma che ne sapete voi del lavoro onesto? Voi non conoscete il sudore, il rischio, l’impegno. Vivete rubando ciò che non sareste mai capaci di ottenere con le vostre mani. Siete feccia, scarti sociali. E c’è pure chi ha il coraggio di definirvi “professionisti”. Professionisti del nulla.
In un Paese normale sareste trattati per quello che siete: criminali, codardi, parassiti. Ma in Italia siete quasi tutelati. Qui chi si difende finisce nei guai, mentre chi ruba gira tranquillo, senza pagare tasse, senza lavorare, senza vergogna. Le forze dell’ordine fanno il possibile, ma le leggi vi danno vantaggi, minuti d’oro per agire e sparire. È una farsa. Uno schiaffo quotidiano agli onesti.
E poi c’è una sensazione che non riesco a togliermi di dosso: com’è possibile che alle 3 di notte si possa girare con un’Audi modificata, un motore da competizione, a tutta velocità, completamente indisturbati? Com’è possibile che nessuna volante incroci un veicolo del genere?
Viviamo in una città come Salerno, dove ogni ingresso e uscita della tangenziale è pieno di telecamere.
Quanto può essere difficile tracciare dove entra e dove esce una macchina simile?
Perché a me sembra che in casi come questi, lo Stato non venga scavalcato. Lo Stato si inginocchia. E questo è inaccettabile.
Io oggi sono arrabbiato, deluso, ferito.
Ma non vinto.
Ripartirò, anche da sotto le macerie. Perché ho qualcosa che voi non avrete mai: dignità, coraggio e rispetto.
E a tutti coloro che ancora credono nell’onestà: alziamo la testa. Non possiamo più accettare in silenzio che l’illegalità sia la regola e la giustizia una beffa”.