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Giffoni Valle Piana (Sa) – “Dovete sviluppare una pelle dura, dovete avere una bella corazza perché sostanzialmente sia che voi vogliate diventare attori, autori, registi, fotografi, qualsiasi ruolo voi vogliate ricoprire in questo settore è un mondo duro, che vi riserva tanti no. E’ come se vi voleste tuffare in una piscina piena di squali”. E’ il consiglio che il premio Oscar Gary Oldman dà alla platea dei ragazzi della 53esima edizione del Giffoni Film Festival. “In molti, non tutti, saranno lì intorno a dire: non ce la farai. Sono lì a corrodere la vostra autostima, la vostra convinzione di potercela fare. Invece dovete essere più forti, rimanere fedeli al vostro percorso e al vostro sogno, continuare a inseguirlo con tenacia e respingere le difficoltà poste ingiustamente da chi cerca di demolirvi” aggiunge.

Oldman parla anche delle paure che spesso ci bloccano e ci rendono “invisibili”, il tema di Giffoni di quest’anno. “Quando ero piccolo avevo poca fiducia in me stesso, ero molto compiacente, mi preoccupavo di cosa pensasse la gente di me. Trovare la recitazione è stato lo scudo: queste attività mi hanno aiutato a costruire la mia personalità. Puoi sentire le critiche costruttive ma devi imparare a dire no. E al contempo non avere paura di dire sì per le cose di cui hai paura. Abbiamo tutti una paura generale per il fatto di essere umani, paure che condividiamo, ma credo che trovare l’arte sia stato per me l’inizio a sentirmi più sicuro di me, l’autostima è stata una grande combattente contro le mie paure”. E aggiunge un particolare: “Anzi vi voglio dire che la maggior parte della soddisfazione – ragiona – viene quando dici sì a quei ruoli che all’inizio mi spaventavano moltissimo. Mi è capitato spesso, lo sanno bene mia moglie e il mio agente che sono qui. E’ come fare l’equilibrista, e penso sempre questa volta non ce la faccio. Ma come il maratoneta si allena con tenacia e determinazione, anche nel mio lavoro si riesce ad affrontare i ruoli più minacciosi e complessi piuttosto che dei lavori all’apparenza più calmi. Da questi non viene stimolo. la scintilla la accende la paura. Ed è quando la superi, li è la soddisfazione più grande”. 

Ricorda infine quando anni fa diresse il film Niente per bocca (Nil By Mouth). “A un festival un ragazzo mi ha detto che questo film gli ha ricordato il padre che non vedeva da troppo tempo – racconta – e io ho pensato che per me è valsa la pena fare il film solo per questo commento, per questa connessione. Vale per qualunque progetto, arriva quel momento in cui sullo schermo tu dici “quello sono io”, una rivelazione da cui cambia tutto”.