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di Gigi Caliulo – Definirla una porcheria non è un abominio né un’offesa, ché ciò che la Salernitana ha dovuto subire è qualcosa di giuridicamente assurdo. Ed assurdo è stato tutto questo mese di teatrini, ricorsi, processi sommari, ipotesi di complotto, provvedimenti adottati senza sentenze e decisioni forzate altrettanto senza certezze assolute.

Il doppiopesismo di Lega e Federcalcio nel gestire – ambiguamente – il caso-Brescia e la sospensione dei playout è semplicemente la cartina di tornasole di un sistema contorto ed ancorato ad occhi di riguardo, pronti a chiudersi all’occorrenza.

Sono scene di ordinaria amministrazione quando le regole del gioco finiscono nelle mani di istituti di diritto privato che fanno e disfano le norme che ne codificano i princìpi, interpretano i loro stessi regolamenti e sostengono cause che in qualsiasi sede ordinaria neppure avrebbero le basi per essere incardinate in un equo processo.

Del Brescia e della sua palese irregolarità nella stessa esistenza in vita erano tutti a conoscenza: i “magheggi” di Cellino e la discutibile affidabilità delle società finanziarie alle quali si era affidato erano cosa nota già nei mesi scorsi.

La scelta di scoperchiare il vaso a Sampdoria retrocessa sarà stata sicuramente casuale ma – di fatto – ha fornito un assist per riscrivere le regole in corsa.

Dunque un “sospetto” è bastato, un mese fa, per bloccare i playout a ventiquattr’ore o giù di lì dalla gara d’andata, con trentamila biglietti già venduti. Ché il calcio – dicono – è della gente ma il pallone è “cosa loro”. Si fosse giocata anche solo la gara uno tra Frosinone e Salernitana non ci sarebbero state possibilità di riprendere per i capelli una squadra retrocessa sul campo, classifica alla mano, e condannata alla serie C. Il Brescia sarebbe stata la quarta retrocessa e, come nel 2019, i playout si sarebbero poi rivelati inutili.

Miracolata dal Palazzo, in una situazione debitoria da incubo, domani sera la Samp si ritroverà in campo – e che campo – mentre nella realtà avrebbe già dovuto organizzare la trasferta contro il Giana Erminio.

La legittima richiesta della Salernitana di valutare l’opportunità di uno spareggio fissato senza conoscerne le contendenti è divenuta, ovviamente, carta straccia. Il Palazzo decide, il Palazzo comanda.

Accade, però, che l’Italia calcistica si senta stanca di un calcio governato da pupari incartapecoriti, da parrucconi interessati solo a spartirsi poltrone e favori. Domani sera – forse per la prima volta nella storia – la Salernitana avrà tifosi in ogni parte dello Stivale. C’è un mondo, quello dei tifosi e degli amanti del calcio vero, che ha detto basta a queste macchiette. Dai social alle piazze gli attestati di sostegno alla squadra granata – con le solite eccezioni, ci mancherebbe – si sono moltiplicati giorno dopo giorno. Domani sera, ad oltre un mese dalla fine della stagione regolare e con tutti i verdetti già emessi, su un campo storico si giocherà il primo atto di uno spareggio balneare. La Salernitana, in ritiro da qualche giorno a Novara, arriva all’appuntamento concentrata e carica. È una sfida dai molteplici significati: una sfida che bisogna vincere sul campo per mettere con le spalle al muro chi ha cercato – e sta cercando ancora – di mettere una pezza ad una coperta lercia e sdrucita.