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Salerno – “Troppi individui hanno interesse che migliaia di persone salgano su un gommone e abbandonino l’Africa”. Parole che, dette da Vincenzo Mallamaci – medico cardiologo salernitano “ma soprattutto missionario da 27 anni” (tiene a precisare) – assumono valore (quasi) probante. Presidente dell’associazione Onlus “E ti porto in Africa”, Mallamaci articola il suo pensiero partendo dall’esperienza realizzata in loco: “Grazie al contributo di tante persone caritatevoli in Italia, da quattro anni in Costa d’Avorio organizziamo piantagioni di igname, cacao e zenzero. Le ultime due produzioni sono finalizzate alla commercializzazione, l’igname invece permette la sussistenza delle famiglie a cui i campi vengono assegnati. Per acquisire il campo ed avviare le piantagioni occorre un investimento di 500 euro. I campi, così organizzati, vengono poi donati alle famiglie povere assegnatarie. L’accordo prevede che i campi restino nelle loro disponibilità per 30 anni: queste persone vengono quindi avviate all’attività di agricoltore riuscendo a sopravvivere e a commercializzare il surplus. In quattro anni abbiamo avviato 50 campi; su ogni piantagione operano 30 famiglie mediamente composte da 5 persone ognuna che, così, trovano un motivo per non abbandonare l’Africa”. Effettivamente il progetto, numeri alla mano, dà da sopravvivere a non meno di 4.500 persone. “Tutta gente che, altrimenti, ci saremmo ritrovati sui barconi” dice Mallamaci. Se un modello virtuoso di emancipazione delle popolazioni africane esiste, perché non è adottato dai Governi (africani e europei)? “I poteri forti politici ed economici locali sono compromessi con gli omologhi europei. Considerate che in Costa d’Avorio il cacao raccolto viene mandato in Francia perché in loco non esiste una sola fabbrica di trasformazione; che in Congo le donne raccolgono quelli che ai loro occhi appaiono come sassi ma che invece sono diamanti poi inviati in Olanda… Non ci sarà mai la volontà di emancipare l’Africa: troppe persone guadagnano con le dinamiche attuali”.