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Salerno – E’ stata ridotta la misura cautelare nei confronti di Vittorio Zoccola, il dominus del sistema di cooperative sociali che attraverso la continuità degli appalti per gestire una serie di servizi tra cui la manutenzione del verde pubblico al Comune di Salerno con proroghe arrivate fino a sette anni, assicurava sostegno alla parte politica che garantiva il lavoro,  secondo le ipotesi che muovono l’inchiesta della Procura di Salerno. Esce dunque dal carcere, per passare agli arresti domiciliari, uno di principali indagati, che difeso dall’avvocato Michele Sarno, ha, in 15 ore di interrogatorio, chiarito numerosi aspetti agli inquirenti. Tra i risvolti quello relativo alla nascita del consorzio Solidarietà Salernitana finalizzato a consentire alle cooperative di partecipare a gare più importanti per le quali era necessario un fatturato eccedente. Il consorzio venne però sciolto a fine giugno del 2020 proprio in considerazione del decreto di perquisizione che ipotizzava l’esistenza di un unico centro di interesse. Cooperativa per cooperativa Zoccola ha chiarito ai pubblici ministeri i referenti in consiglio comunale come quello della Cooperativa San Matteo che venne creata con l’appoggio dei fratelli Mimmo e Giuseppe Ventura, divenuti i consiglieri comunali. Anche la moglie di Mimmo Ventura ha lavorato nella cooperativa ma il legame si spezza quando Giosuè Ventura, un terzo fratello viene licenziato a seguito dell’intervento di Peppe Ventura  nel corso del consiglio comunale  si censurò proprio le modalità di affidamento degli appalti da parte del Comune. Su questo episodio Zoccola presentò querela. La cooperativa di San Matteo entra in gioco anche per il coinvolgimento di Gianluca Izzo l’autore dell’audio in cui si invita al voto per l’ultima campagna elettorale alle comunali a favore della moglie Alessandra Francese nell’accoppiata con Dario Loffredo ex assessore al commercio che viene indicato anche come il referente della cooperativa Lavoro Vero. Zoccola chiarisce che i rapporti con Loffredo si sono instaurati successivamente quando il presidente della cooperativa ha avuto un incarico in un’azienda pubblica. Di qui si allarga anche l’attenzione sulle municipalizzate. Zoccola dice chiaramente che il sistema delle cooperative è solo la punta di un iceberg che include in maniera molto più massiccia le partecipate. Ma è soprattutto nella grossa quantità di omissis che non sono stati resi noti nei verbali di Zoccola che c’è da aspettarsi qualche novità clamorosa dall’inchiesta.

Esiste un accordo ben preciso tra le cooperative e la politica, che è teso a garantire alle prime continuità lavorativa in cambio di voti da parte di coloro che ne sono formalmente soci ma che in realtà sono loro dipendenti”.
È uno dei ‘meccanismi’ spiegati dall’imprenditore Fiorenzo Zoccola durante l’interrogatorio dinanzi al procuratore Giuseppe Borrelli e ai pm Elena Cosentino e Guglielmo Valenti. “Ho conosciuto Vincenzo De Luca (che non è indagato, ndr) nell’ 1989-90 quando era segretario provinciale del PCI. Successivamente nel ’95, con la costituzione delle municipalizzate, la cooperativa di mio padre, unitamente ad altre quattro cooperative, entrò in società con il Comune sulla gestione dei servizi di pulizia. Nel 2002 Mario De Biase voleva acquisire le quote delle municipalizzate; a seguito del mio rifiuto fui convocato da De Luca il quale mi sollecitò la cessione delle quote e mi promise che avrei mantenuto il mio ruolo”. Zoccola, al quale oggi sono stati concessi gli arresti domiciliari a seguito dell’ istanza presentata dal suo legale, Michele Sarno, ai magistrati ha confermato anche un incontro avuto con De Luca che era emerso nell’ambito delle indagini.
“Confermo che con il De Luca ebbi un fugace incontro visivo in occasione della cerimonia per l’inaugurazione dei lavori per la bretella della tangenziale del rione Petrosino. Nella circostanza De Luca mi fece cenno che aveva parlato con il sindaco e che tutto era a posto, riferendosi alla richiesta che io avevo fatto per accelerare l’approvazione della delibera relativa alla pubblicazione del bando successivo al decreto di sequestro del giugno 2020”.