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Salerno – Probabilmente il responsabile organizzativo della Lega Luigi Cerciello aveva visto giusto quando, mentre dirigeva il montaggio del grande palco allestito a Portanova per il comizio, affermava: “Quello con Matteo Salvini sarà l’evento politico dell’anno per Salerno”. In effetti è stato un successo per tutti. Per il leader lombardo tanto che, appena in auto in direzione Aversa, postava su Facebook il video della piazza piena; ringraziava e scriveva: “Salerno, oggi pomeriggio! Quanta gente, quanto affetto, quanta fiducia nella Lega: questa è l’Italia vera, sono orgoglioso e commosso, io non mollo!”; per la Lega Salerno che, con una prova muscolare, sdogana definitivamente se stessa nella città di De Luca; per il Movimento 5 Stelle che catalizza l’attenzione dalle 10 alle 12 allorquando riesce, legittimamente, a bloccare il montaggio del palco a causa della mancata presenza in loco dell’autorizzazione comunale; per la sinistra che si ricompatta e ritrova le ragioni della lotta nell’avversario distante 200 metri.

Proprio aldilà del cordone di polizia e carabinieri, tra cartelli, striscioni e cori stile-anni ’70, all’incrocio di Corso Vittorio Emanuele con via Velia, si posiziona l’intera giunta comunale. L’assessore alla pubblica istruzione Eva Avossa è durissima: “Ascoltiamo, poi ognuno resta sulle proprie posizioni. La nostra è nettamente contraria alla Lega: personalmente non dimentico ciò che la Lega ha detto per anni contro noi meridionali; concetti che continua a praticare nel programma politico contrario al sud. Da assessore alla Pubblica Istruzione mi riferisco a quanto sta facendo il ministro Bussetti, a ciò che pensa e dice contro gli insegnanti del sud. Da cittadina orgogliosamente meridionale mi sono sentita offesa per anni da chi non affittava case ai meridionali o da chi ci equiparava ai cani. La Lega di oggi è come quella di ieri: aizza odio e rancore sociale contro chi la pensa diversamente, contro chi è ‘diverso’”.

Alla destra dell’assessore, man mano, si svuota la piazza del comizio. Che era piena: “La presenza dei leghisti a Salerno trova spiegazione nella pratica del salto sul carro del vincitore, quello di un leader che semplicisticamente trova negli altri, negli immigrati, le colpe del disagio e dell’insicurezza. Così è facile carpire consensi ed approvazioni”. Oltre l’aspetto politico ve n’è uno istituzionale. Ieri, a Salerno, Salvini è giunto anche nella sua intrinseca carica di Ministro dell’Interno. Avossa è tranciante: “No, nessun esponente del Comune lo ha accolto. La giunta, per intero, era da questo lato della piazza”.