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Salerno – “La criminalità organizzata ha assunto forme diverse e quando si parla ai ragazzi non ci si può limitare ad un mero racconto di quanto accaduto 27 anni fa. La morte di mio padre e quanto accaduto deve essere un esempio e diventare un patrimonio culturale di valori da seguire ed essere messi in pratica dalle nuove generazioni”.

A dichiararlo questa mattina, a Salerno, Fiammetta Borsellino, la figlia del Giudice Paolo Borsellino ucciso dalla mafia, insieme agli uomini della sua scorta, il 19 luglio 1992. Da allora la signora Fiammetta porta la sua testimonianza presso le istituzioni, nelle scuole, nelle comunità perché la Stage di Via D’Amelio non sia dimenticata e si faccia davvero luce su di esse.

Oggi tappa nell’Istituto Galilei Di Palo nell’ambito dell’iniziativa “Paolo Borsellino a difesa della legalità”. L’azione è afferente al Piano di Miglioramento dell’Istituto, riguardante la Cittadinanza Attiva. “Mio padre diceva sempre che sarebbe morto quando la mafia avrebbe avuto la certezza che era rimasto da solo . – ha aggiunto nei suoi ricordi, parlando agli studenti- lo Stato e le istituzioni avevano l’obbligo di difendere uomini che portavano avanti un lavoro del genere”.

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