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Salerno – Psicodramma Salernitana. A poche ore dalla partita decisiva il mondo granata appare come una barca in balia delle onde: a bordo ognuno rema per conto proprio credendo di fare la scelta migliore. L’unico a tentare di dare univocità agli sforzi è il timoniere (Gregucci) che pure, però, ha la sua parte di responsabilità avendo puntato la prua, quando il mare era calmo, dritta verso la tempesta.

Lotito-Mezzaroma – La tifoseria attribuisce le responsabilità al co-proprietario Claudio Lotito. La misura di una gestione societaria è, però, nei risultati: Lotito sarà colpevole della eventuale retrocessione nella stessa misura in cui fu meritevole delle tre promozioni dalla D alla B. E manco può essergli attribuita la responsabilità di non essere ‘innamorato’ della maglia: è di Roma, ha dichiarato in una lunga intervista al giornale ‘Il Tempo’ di essere laziale da sempre (“abbonamenti posti 27 e 28, fila 29 della tribuna d’onore fino a quando, il 19 luglio 2004, sono diventato il proprietario della prima società calcistica della Capitale”).
Lotito e Mezzaroma sono arrivati a Salerno in qualità di imprenditori e l’eventuale retrocessione rappresenterebbe – da questo punto di vista – uno smacco ed un danno economico per il patrimonio-US Salernitana 1919.  Mezzaroma controlla la Salernitana attraverso la società Morgernstern (50%); Claudio Lotito attraverso la Omnia Service One (50%). Quali sono, allora, i numeri? I conti in tasca glieli ha fatti il Mattino del 2 gennaio 2019, articolo poi ripreso da TvOggi Salerno. Dall’approfondimento si evince che la Salernitana ha chiuso il 2018 con 1.13 milioni di utili (in gran parte attribuibili alle plusvalenze determinate dalle cessioni di Coda e Sprocati ammontanti a 4,9 milioni. Dalla Lega B sono arrivati contributi per 4,2 milioni, dai diritti televisivi 1.43, da sponsor e pubblicità 2,99 milioni, di cui 660mila euro dal main sponsor e 1,45 dalla Lazio Marketing.

26 luglio 2011 – E’ il giorno in cui Lotito e Mezzaroma fondarono il Salerno Calcio. A valle del fallimento della precedente società e della scomparsa, di fatto, del calcio a Salerno l’allora sindaco Vincenzo De Luca decise di scegliere per la rifondazione la busta presentata dal duo Lotito-Mezzaroma, declinando le proposte del presidente del Marcianise e dell’allora amministratore delegato del Catania, Pietro Lo Monaco. Il plico conteneva le credenziali e l’’offerta tecnica’, ossia programmi, progetti ed obiettivi sportivi. De Luca fece una scelta consapevole anche dei limiti delle Noif in tema di multiproprietà. Cosa prevedeva, allora, la offerta tecnica della costituenda società? Il progetto è rimasto formalmente sconosciuto fino all’11 marzo 2019 quando, sul prato di un Arechi ringiovanito dai sediolini installati dalla Regione per le Universiadi, De Luca ha affermato:  “Credo che non fosse sbagliato il progetto sportivo di Lotito. Egli è titolare di una grande squadra di serie A che lotta per obiettivi primari ma anche l’idea di avere una squadra di seconda categoria che fosse un grande vivaio di atleti da formare era un progetto che poteva avere un grande interesse per noi e per lui…” (qui il filmato di zerottonove.it).

De Luca scelse quindi sapendo che l’obiettivo sarebbe stato “una quadra di seconda categoria che fosse un grande vivaio di atleti da formare…”. Dichiarazioni che fanno una tal luce da illuminare anche gli scontenti che, probabilmente con un pizzico di superficialità contestano una proprietà che, se la Salernitana si dovesse salvare dalla retrocessione, avrebbe mantenuti i patti. Anche quest’anno.