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Due anni e quattro mesi di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali e al risarcimento civile dei danni. È quanto deciso dai giudici della Corte d’Appello del Tribunale di Salerno che hanno confermato la condanna di primo grado, nei confronti di un operaio, di 56 anni, di Battipaglia, accusato di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate continuate nei confronti della moglie, una donna di 49 anni di Eboli.
A far finire a processo il 56enne, è stata lo scorso anno la moglie che, esausta di subire violenze fisiche, psichiche e verbali da parte del marito, assistita dall’avvocato cassazionista Michele Cuozzo, lo ha denunciato ai carabinieri.
Una storia familiare quella della coppia, fatta di volenze, maltrattamenti, insulti, aggressioni, pressioni e addirittura pedinamenti nei confronti della donna, avvenute sotto gli occhi terrorizzati dei figlioletti dei due.
Violenze cominciate prima con gli insulti da parte dell’uomo nei confronti della moglie, a cui seguivano vere e proprie percosse con schiaffi, calci e pugni, per poi continuare con i pedinamenti e atti persecutori costanti con annessi divieti impartiti dal 56nne alla moglie di conversare con gli uomini. Azioni violente a cui seguivano percosse continue subite dalla donna che per anni, è stata pedinata con un dispositivo Gps installato sotto la sua autovettura dal marito che le aveva anche posizionato all’intero dell’auto, dei registratori e dei sistemi di controllo continuo della macchina, degli spostamenti e degli incontri della donna. Il tutto, accompagnato da insulti nei confronti della moglie che avvenivano continuamente da parte dell’uomo, dinanzi ai figli della coppia, ai vicini e tra gli amici.
Maltrattamenti e violenze denunciate dalla donna che hanno fatto finire a processo il marito con il quale ha poi avviato la causa di separazione. L’uomo, giunto dinanzi al Giudice per le indagini preliminari, assistito dall’avvocato Cosimo Saracino, ha scelto la celebrazione del processo con rito abbreviato ed è stato condannato in primo grado a 2 anni e 4 mesi di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali, oltre al risarcimento del danno nei confronti della ex moglie da liquidarsi in sede di giudizio civile. Sentenza di condanna a cui l’uomo aveva fatto ricorso dinanzi ai giudici della Corte d’Appello di Salerno che nelle scorse hanno confermato la sentenza di primo grado.