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Salerno – Di una storia esistono diversi punti di vista, diverse letture. Quella dell’operazione condotta ieri dai Carabinieri di Salerno lascia perplessi. Non tanto per la dinamica dei fatti, esiste una versione ufficiale dell’Arma che ha spiegato per filo e per segno quanto accaduto: l’auto senza le ruote, l’alt non rispettato e la corsa terminata con un incidente e con la macchina in fiamme. Responsabilità che saranno attribuite senza problemi.

A questa verità, poi, si aggiungono le immagini. Frammenti che, non confermano quanto scritto (perchè successive ovviamente) ma aprono uno squarcio su altro. Probabile che ci sia stata concitazione, probabile il grande grado di stress dovuto alla situazione, ci può stare che i toni si alzino. L’uomo fermato non era collaborativo, lo si evince (i carabinieri nella versione ufficiale hanno parlato di disturbi comportamentali e pare abbia rifiutato il TSO), ha anche spintonato i carabinieri, ma ciò che è impresso nelle immagini non dovrebbe rientrare nella normale prassi dell’intervento su un soggetto in stato di alterazione. 

I video amatoriali sono stati acquisiti dall’Autorità Giudiziaria per ricostruire i fatti e giudicare l’operato dei militari e, a questo punto, si spera che luce venga fatta perchè cinque carabinieri col manganello in azione sono tanti per una persona. Si passa su questo? Va bene, superiamo l’intervento coi manganelli. Rientra nella prassi anche la selva di calci a cui è sottoposto l’uomo, con colpi a gambe, corpo e testa? Cosa mai poteva fare in una situazione del genere? Come poteva scappare con cinque carabinieri addosso? Nella ricostruzione dell’Arma si parla di due Carabinieri feriti, probabile pensare che potesse non essere tranquilla l’immobilizzazione del soggetto, ma francamente la reazione degli uomini in divisa pare eccessiva.

E allora che si faccia luce sulla questione, che l’uomo fermato paghi per i suoi errori ma, allo stesso tempo, che non si lascino impuniti comportamenti che non sono leciti in uno stato di diritto, nel quale è vietato farsi giustizia da soli o ridurre le persone all’inoffensività con metodi assolutamente coercitivi. La legge vale anche per chi deve tutelarla.

Ovviamente non deve passare il messaggio del dito puntato nei confronti dei Carabinieri, basti solo pensare a quanto riferito dall’Arma stessa nella comunicazione ufficiale di questa mattina: “Sono in corso le opportune verifiche sul rispetto delle procedure da parte dei militari intervenuti e sul comportamento dagli stessi tenuto nel complesso“. Anche loro vogliono vederci chiaro.