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Salerno – Una dose letale di un medicinale (Midazolam) per uccidere un malato terminale, nonostante la famiglia non avesse mai chiesto quel trattamento. L’accusa è di omicidio volontario  mossa dalla Procura della Repubblica di Salerno nei confronti del dirigente medico dell’unità operativa di Medicina del dolore e cure palliative dell’hospice “Il giardino dei girasoli” di Eboli. Per l’uomo è stata disposta la misura della detenzione domiciliare mentre sono stati emessi altri 10 provvedimenti (per 3 dirigenti medici, 3 infermieri professionali, 3 operatrici addette all’assistenza dei pazienti e un agente tecnico), consistenti nell’interdizione dall’attività professionale per 12 mesi.

 Gli indagati, secondo gli investigatori, sarebbero responsabili a vario titolo, nella loro qualità d’incaricati di pubblico servizio, dei reati di truffa ai danni del Servizio Sanitario Nazionale, peculato, falso ideologico, favoreggiamento personale, violenza privata e omicidio. L’attività investigativa ha permesso di rilevare un rapporto di totale infedeltà, nell’ambito dello svolgimento dell’attività lavorativa, con l’amministrazione di appartenenza

Dall’esame autoptico è stato riscontrato che quei 60 milligrammi di medicinale avrebbero potuto uccidere anche una persona completamente sana. In un primo momento il decesso era stato attribuito a cause naturali; ma gli investigatori hanno dato il via alle indagini tramite l’ausilio di intercettazioni telefoniche e ambientali che hanno consentito di acclarare le responsabilità del medico, infatti grazie ad un’intercettazione tra l’ex dirigente medico e un suo collega sono emerse le reali cause della morte del giovane malato terminale.