- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Campagna – Hanno fatto rientro dalle loro famiglie, in Sicilia, le salme dei due camionisti di 48 e 59 anni, originari del Catanese, deceduti giovedì mattina mentre viaggiavano sull’autostrada A2 del Mediterraneo, a bordo dell’autoarticolato che dopo la deflagrazione di uno pneumatico, è precipitato a circa 40 metri d’altezza dal viadotto “Tenza” a Campagna, schiantandosi al suolo nei terreni sottostanti.
A condurre il mezzo, Alfredo Petrina, 59 anni, tedesco, e il collega che era seduto al lato passeggeri, Roberto Campo, 48 anni, originario di Adrano, entrambi residenti in provincia di Catania e dipendenti di una nota ditta di autotrasporti siciliana.
A causare l’incidente stradale mortale, sarebbe stato lo scoppio di uno pneumatico dell’autoarticolato che dopo aver fatto finire il tir fuori dalla carreggiata, ne ha provocato lo schianto del mezzo contro il guard-rail e le barriere di protezione autostradali. Urto che ha provocato il ribaltamento del tir che è precipitato dal viadotto, da un’altezza di 40 metri, disgregandosi al suolo. Nel precipitare nel vuoto, il corpo del camionista seduto al lato passeggeri della cabina dell’autoarticolato è balzato fuori dall’abitacolo del veicolo, finendo in un dirupo tra i rovi e resti del camion. L’altro autista invece, è rimasto incastrato tra le lamiere contorte del tir. I due sono morti sul colpo.
C’è voluto l’intervento dei vigili del fuoco del distaccamento di Eboli che insieme ai colleghi di Giffoni, hanno recuperato ed estratto i corpi, ormai già privi di vita e rimasti incastrati tra le lamiere, dei due camionisti da ciò che restava dell’automezzo.
Trasportate in obitorio, le salme sono state sottoposte nella giornata di ieri ad un esame esterno effettuato dal medico legale incaricato dalla Procura della Repubblica di Salerno. Dopo i primi rilievi del caso, il Pubblico Ministero, Simone Teti, ha disposto la restituzione dei due corpi alle famiglie per la celebrazione del rito funebre, mentre sull’incidente stradale mortale indagano gli agenti della Polizia stradale di Eboli agli ordini dell’ispettore capo Antonio Quaranta.
I due camionisti lasciano mogli e figli.