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Baronissi (Sa) – Mercoledì 21 luglio 2021 alle ore 19.30, presso la Terrazza degli Aranci del Museo FRaC Baronissi, prosegue il ciclo di lezioni-dialogo, in occasione della mostra “UGO CORDASCO. Places Waiting”, attualmente allestita nelle sale espositive della Galleria dei Frati.
 
Quarto appuntamento della rassegna “Dialoghi con l’arte”, la lectio si concentrerà sulla musica, in particolare sulla figura del compositore “JOHANN SEBASTIAN BACH”. Creatore del suono atemporale” a cura del Maestro Ciro Raimo, didatta del pianoforte e già docente del Conservatorio “Martucci” di Salerno.  Ad introdurre il dialogo pubblico l’attore Andrea Avagliano.
 
Johann Sebastian Bach è il custode del pensiero musicale europeo. Anzi, è arte d’impronta universale quella di Bach: conformemente ad una fervida eredità confessionale, essa accoglie tutte le tradizionali tecnico-compositive, filtrandole attraverso la spiritualità e la vigoria d’ingegno di un uomo religiosissimo, per saldarsi alla concezione enciclopedica del patrimonio musicale del mondo occidentale – sottolinea il maestro Ciro Raimo – Di fatto, nella storia della creazione artistica, tutta l’opera bachiana risplende di un’ideologia sempre identica a sé stessa, tutelando una propria ‘unità di pensiero, nella molteplicità omologa delle idee”.
 
In particolare le composizioni tastieristiche bachiane, ancora oggi, appartengono ai principî essenziali dell’esecuzione tanto pianistica quanto delle cosiddette ‘tastiere antiche’ (clavicordo, clavicembalo). «‘Acqua per ogni bicchiere’, ogni esecutore, dilettante o professionista, può ‘inventarle’ al momento – insiste Raimo – J. Sebastian Bach, conformemente alla ‘rappresentazione delle passioni’ dell’estetica musicale settecentesca, compone le sue opere per strumenti a tasto nel tempo in cui l’Ars musicae, come organizzazione dialettica dei suoni, era calata nella emozionalità spirituale di esecutori e ascoltatori. Quella stessa che sarà gradualmente annullata nei suoi ‘primevi’ effetti sonori, fonetico-espressivi ed emozionali, dall’identità tutta tastieristica equabilità = inespressività, e dunque dai moderni pianoforti forniti del temperamento (teoricamente!) equabile».

I contenuti etici, estetici e pedagogici, foneticoespressivi ed emozionali, la ‘grande magia della musica’ e la scrittura dotta saranno alcune temi attraversati dalla lezione al MUSEO FRaC Baronissi. Quel ‘qualcosa’ che travalica i tempi, per cui “Bach è sempre Bach”.
In definitiva, Raimo indica un Bach che crede fermamente che si può entrare nel mondo della musica, in cui l’intelligenza diventa nobile, a prescindere da qualsivoglia cultura dottrinale, in virtù di una ricchezza autonoma dello spirito.

In contemporanea sarà possibile visitare la mostra “UGO CORDASCO. Places Waiting” propone quaranta sculture realizzate dal giovane artista campano in quest’ultimo decennio. Si tratta di sculture in ferro dall’articolata struttura geometrica, cariche di tensioni e al tempo stesso di dinamismo.  “È importante – osserva Gianfranco Valiante sindaco di Baronissi – che unitamente alla cura dei cittadini, al sostegno e al rilancio dell’economia, vi sia attenzione alla cultura. La mostra dedicata ad Ugo Cordasco, questa volta in presenza, testimonia la ferma volontà dell’Amministrazione comunale di non derogare all’impegno preso con quanto avviene, sul piano culturale, nella nostra realtà. Dopo lo straordinario successo di presenze registrato dalla mostra dedicata a Daniel Spoerri, che ha inaugurato la nuova stagione espositiva del nostro Museo, proseguire adesso con la mostra di un giovane artista è il segno di una speranza che noi tutti sentiamo forte”. “Il dato preminente, che caratterizza le esperienze condotte da Ugo Cordasco in questi ultimi anni – rileva Massimo Bignardi nel testo al catalogo pubblicato da Gutenberg Editore – è la necessità di far emergere dalla scultura un dettato costruttivo che tiene insieme sia la composizione e il suo articolarsi nella dimensione spaziale, sia il suo spingersi nell’anima dei luoghi, nel vitalismo della realtà. Parafrasando quanto scriveva Pavel Florenskij, a proposito della costruzione e della composizione, possiamo osservare che la prima è per il giovane artista campano “ciò che la realtà vuole dall’opera” e la seconda ciò che egli vuole “dalla sua opera”. In fondo, il procedere per piani saldati tra loro, seguendo un reticolo geometrico, lascia intendere quanto il progetto abbia la priorità nel suo operare da faber, da creativo, che della saldatura ad arco ne ha fatto un linguaggio personale, senza cedere alla suggestione dell’assemblare oggetti con il valore di ‘corpi’ posti nel registro di un segno astratto”.
Le attività del Museo FRaC Baronissi sono ad Ingresso Gratuito