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Salerno – Il Dna di uno sconosciuto sotto l’unghia dell’indice di Eugenio Tura De Marco, il carrozziere del centro storico ucciso dal fidanzato della figlia, Luca Gentile. Un particolare che potrebbe avvalorare, se il Dna corrispondesse a quello di Luca Gentile, la tesi della legittima difesa da parte dell’omicida. La presenza di liquido ematico sotto l’unghia della mano del carrozziere del centro storico ucciso da Luca Gentile nel febbraio di due anni fa è stato evidenziato nel corso dell’udienza per il rito abbreviato dai difensori del giovane, Enrico Lizza e Luigi Gassani. Una discussione durata oltre due ore quella degli avvocati difensori del 22enne reo confesso e che ha posto l’accento proprio sulle risultanze dei risultati degli esami effettuati dai carabinieri del Racis. Risultati che sono giunti nelle mani di Pm e difensori solo dopo la perizia effettuata su disposizione della Procura di Salerno. Nella discussione di ieri i legali di Luca Gentile hanno chiesto l’insussistenza del vincolo di parentela e l’ esclusione di altre aggravanti. Al termine dell’esposizione da parte degli avvocati Lizza e Gassani, il Gup Berni Canani ha rinviato l’udienza a settembre. In tale occasione si procederà con le controrepliche da parte del Pubblico Ministero Elena Guarino, poi sarà emessa la sentenza. Non è da escludere che il Gup possa chiedere la comparazione del Dna di Luca Gentile con quello rinvenuto sotto l’unghia della vittima. Si tratta di tracce ematiche che potrebbero giustificare anche il graffio che gentile aveva sotto l’occhio.

Il pm Elena Guarino nella scorsa udienza aveva chiesto una condanna a 30 anni di reclusione per Luca Gentile, accusato di aver ucciso Eugenio Tura De Marco, padre della sua fidanzata. Eugenio Tura De Marco è stato ucciso nel febbraio del 2016 nella sua abitazione del quartiere Fornelle, nel centro storico di Salerno. Luca Gentile, 22 anni, ha sempre affermato di aver affondato il coltello nel fianco del suocero solo per legittima difesa asserendo che l’uomo in più occasioni lo avesse molestato sessualmente e che la sera del delitto vi sia stata l’ennesima discussione susseguente alle molestie. Il giovane avrebbe colpito il suocero in pectore e poi spaventato si sarebbe allontanato dall’abitazione lasciando l’uomo agonizzante. Eugenio Tura De Marco, che era in stato di ebbrezza, sarebbe spirato poco dopo.