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Sono gli uffici distrettuali di Salerno e Napoli ad aver fatto luce sul tentato omicidio del collaboratore di giustizia Carmine Amoruso, avvenuto lo scorso 13 aprile a San Marzano sul Sarno nell’ambito di una maxi inchiesta che ha rivelato l’esistenza di due grossi gruppi criminali che facevano riferimento a Giuseppe Giuliano che ha preso le redini sul territorio di Giugliano ed un secondo gruppo che faceva riferimento a Rosario Giuliano che ha legami piuttosto stretti con le aree dell’agro nocerinosarnese, Pagani, Scafati e zone limitrofe ma anche l’area di Eboli.

E’ stato Rosario Giuliano, uscito dal carcere in libertà vigilata, a decidere l’omicidio di Carmine Amoruso, ma non per motivi relativi alle sue dichiarazioni di pentito, come è stato dichiarato dal procuratore Luca Masini nel corso della conferenza stampa tenuta oggi, ma molto probabilmente per affermare la propria presenza criminale.

In una mansarda a Pagani, la base dalla quale Rosario detto o’ minorenne faceva partire gli ordini, come quello intercettato dall’inchiesta di uccidere il pentito che da poco si era spontaneamente liberato della scorta.

Lo scorso 13 aprile sono stati 14 i colpi, esplosi da due armi che Rosario e Nicola Francese hanno diretto nei confronti dell’auto e del pentito colpendolo all’avambraccio. L’agguato non è andato a buon fine per l’inceppamento di una delle due armi e per la pronta reazione della vittima che ha ingranato la retromarcia, riuscendo a sottrarsi alla morte.

L’inchiesta illustrata da Rosa Volpe della Dda di Napoli ha messo in luce come la criminalità di Napoli e Salerno, soprattutto nell’area a cerniera collaborino. È quello che emerge dall’indagine che ha visto al lavoro il comando provinciale dei carabinieri di Salerno, agli ordini di Gianluca Trombetti e del reparto territoriale di Nocera Inferiore e la squadra Mobile di Salerno.

I due gruppi criminali dopo un periodo di contrasto hanno raggiunto un equilibrio sul territorio e di buon vicinato. Una spartizione a volte, e finanche una collaborazione su traffico di stupefacenti di collaborazione. Gli interessi sono quelli tipici della criminalità organizzata, attività che vanno dalle estorsioni al traffico di droga: le due organizzazioni, come illustrato in una conferenza stampa della Procura, hanno un’elevata capacità di approvvigionarsi di stupefacenti anche rivolgendosi fuori: dall’inchiesta si è rilevato pere esempio che il gruppo che fa parte a Giuseppe Giuliano ha legami anche con cosche calabresi. L’ordinanza prevede anche il sequestro di beni di vario valore, veicoli, terreni, appartamenti e conti bancari. Da segnalare che Rosario Giuliano è stato scarcerato l’8 marzo del 2020 e ha saputo dirigere l’organizzazione per il tramite della compagna Teresa Caputo, residente a Pagani e del figlia di lei, il cantante neomelodico Zuccherino, alias Alfonso Manzella già arrestato per colpi di pistola contro una persona.