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Pollica (Sa) – “Serve un’azione di controllo nel Cilento e a sud del territorio salernitano da parte del Pd nazionale sugli uomini del partito”. È quanto chiede in una missiva indirizzata al segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, dal presidente della fondazione “Angelo Vassallo, Sindaco Pescatore” nonché fratello del primo cittadino di Pollica, Dario Vassallo.
Una missiva, l’ennesima, con la quale il fratello del sindaco pescatore, richiama il Pd ad assumere un atteggiamento di responsabilità nella ricerca della verità, anche politica, sull’omicidio del sindaco cilentano del Pd, Angelo Vassallo, trucidato con nove colpi di pistola, la sera del 5 settembre 2010. Omicidio del quale ancora oggi, a oltre dieci anni di distanza, ancora non si conoscono né mandanti e né esecutori e sul quale indagano parallelamente Procura della Repubblica di Salerno e Commissione Parlamentare Antimafia.
Chiedo che si apra un dibattito nel PD a livello nazionale per indagare su eventuali responsabilità degli uomini di questo partito, non solo sull’uccisione di Angelo. Il PD non ha mosso un dito per cercare la verità – attacca Vassallo – per molti la figura di Angelo Vassallo è stata solo una passerella mediatica”.

Sono undici anni che cerco la verità sull’uccisione del sindaco – scrive il presidente della Fondazione nella missiva indirizzata ad Enrico Letta. – Durante questo tempo infinito ho parlato a milioni di persone che hanno conosciuto la storia di Angelo, condividendo il nostro percorso e creando tutti insieme una grande rete che si chiama Fondazione Angelo Vassallo. Tutto questo non sarebbe accaduto se non avessimo avuto accanto i sindaci di “Terre d’Acqua”: sindaci emiliani, iscritti da sempre al suo partito, che è stato anche il partito di Angelo. Sindaci “tosti” che conoscono geneticamente la sofferenza, e la Resistenza. Domenica 4 luglio 2021 – prosegue la lettera – dopo l’intitolazione del Parco Angelo Vassallo a Rosolina, sono stato nella sezione del PD a Crevalcore. Abbiamo discusso della nostra storia e così ho capito la sofferenza di questi amministratori che inizialmente avevano qualche dubbio. Amministratori che mi hanno chiesto cosa fare. Sono qui a scriverLe – sottolinea – per non disperdere queste persone, queste energie vitali per il suo partito, per la parte buona del partito, quella che piaceva ad Angelo”.

Poi l’attacco sull’azione del Pd circa la ricerca della verità politica sull’omicidio Vassallo. “Il Partito Democratico – scrive Dario Vassallo non ha mosso un dito per cercare la verità, salvo poche eccezioni e salvo pochi uomini di buona volontà. Il resto è stata “passarella mediatica” e “strafottenza”. Ho evidenziato ai miei amici emiliani, che ancora potrebbero esserci dei margini di recupero, per instaurare un dialogo tra noi, ma a due condizioni, che poi sono sempre le stesse da undici anni a questa parte: che si apra un dibattito, un’analisi all’interno del suo partito, ma a livello nazionale per indagare su eventuali responsabilità di uomini di questo parte politica: non solo sull’uccisione di Angelo, quindi, ma anche sul comportamento di alcuni suoi iscritti nel depistare o oltraggiare la figura e l’operato del sindaco pescatore; e che PD controlli l’operato perpetrato negli ultimi undici anni dei suoi iscritti, nel Cilento, e a sud di Salerno“.

Le conclusioni. “Sono consapevole che Lei non potrà mai operare un’azione del genere perchè comprende bene che dando inizio ad un “controllo” del genere, il suo partito imploderebbe, non solo a livello locale, ma nazionale. Pertanto, il suo partito continuerà a “galleggiare” in balìa di correnti che nel tempo sono diventate un partito dentro al partito.
Ma resta un unico dubbio: se arriva prima la magistratura? Se ciò accadesse – e accadrà – anche Lei sarà al termine del suo progetto di rinnovamento”.

Parole forti quelle del presidente della Fondazione Angelo Vassallo che richiamano Letta ed il partito, alla responsabilità e alla ricerca della verità politica, a sud del salernitano, sull’omicidio del primo cittadino ambientalista cilentano.