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Roma – Il 5 settembre di 11 anni fa veniva ucciso Angelo Vassallo, Sindaco di Pollica. La sua morte suscitò e suscita ancora oggi commozione e sdegno. Vassallo, che era stato pescatore e conosceva bene il valore e la bellezza della sua terra, aveva deciso di candidarsi alla carica di Sindaco per combattere la deriva di degrado che la insidiava”. Lo dichiara il presidente della Camera, Roberto Fico, in occasione dell’anniversario dell’uccisione di Angelo Vassallo. “La sua azione politica ed amministrativa – aggiunge – contribuì a forgiare una nuova consapevolezza civile, dimostrando come il cambiamento fosse auspicabile e possibile” ma “questo percorso si è infranto quel 5 settembre, quando il ‘sindaco pescatore’ rimase vittima di un terribile attentato di cui non si conoscono ancora mandanti ed esecutori, ma di cui, certamente, si intuiscono le radici criminali che proprio Angelo aveva tentato in tutti i modi di estirpare. Moltissime persone sentono la sua mancanza: per il suo tratto umano semplice e perbene, ma anche per il coraggio e la capacità di contagiare tutti con la sua incontenibile speranza nel cambiamento e nel riscatto della sua terra. Ricordarlo degnamente richiama il dovere, da parte dello Stato, di fornire risposte chiare alle aspettative di giustizia e verità sui responsabili del suo delitto; ma significa anche sostenere i tanti amministratori che, trovandosi ad operare in contesti difficili, privi di risorse o non adeguatamente supportati, si impegnano a trarre ispirazione proprio dalla sua testimonianza; significa, dunque, non disperdere il suo insegnamento, ma rinnovarlo”.

L’impegno e la dedizione con cui Angelo Vassallo si occupò e si prese cura della sua terra e dei suoi concittadini sono ancora oggi un esempio“. Lo dichiara Mara Carfagna, ministro per il Sud e la Coesione territoriale.
È stato un precursore, un innovatore, che ha dedicato la sua vita e la sua attività politica a Pollica e alla Campania, portando avanti un importante percorso di rinascita e riqualificazione. Il suo omicidio 11 anni fa ha scosso tutta l’Italia e ha aperto una ferita che ancora non si è chiusa.
Capire la matrice del suo assassinio, individuare i colpevoli è doveroso, per Angelo e il suo senso dello Stato, per la sua famiglia e per un’intera comunità che ha perso la sua guida”, conclude il ministro.