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Pollica (Sa) – Sarà ascoltato martedì pomeriggio in audizione dalla Commissione parlamentare antimafia a Roma, il presidente della fondazione “Angelo Vassallo, sindaco pescatore”, nonché fratello del primo cittadino, Dario Vassallo. Un incontro, quello tra Vassallo e la Commissione parlamentare d’inchiesta, voluto dal senatore del Pd, Franco Mirabelli,  che tratterà il tema delle infiltrazioni mafiose in Italia e nel territorio salernitano. Ed è proprio l’infiltrazione camorristica nel Cilento, che il sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, aveva combattuto in prima persona, contrastando i reati ambientali, lo spaccio di sostanze stupefacenti sul porto di Acciaroli e la speculazione edilizia.

Una morte quella di Angelo Vassallo, ucciso con 9 colpi di pistola da mani armate ed ancora ignote, la sera del 5 settembre del 2010, avvolta ancora da tanti e troppi misteri e sulla quale indaga la Procura della Repubblica di Salerno. Oggi, a distanza di quasi dieci anni dall’omicidio del sindaco pescatore divenuto il simbolo della lotta all’illegalità, esecutori e mandati dell’omicidio restano ancora senza nome, mentre l’unico indagato per la morte di Vassallo, è il carabiniere Lazzaro Cioffi. Anni di indagini nei quali la famiglia del sindaco Vassallo e la fondazione a lui intitolata e presieduta dal fratello, Dario, non hanno mai smesso di chiedere verità e giustizia. Una verità oltre che giudiziaria, anche politica sul Cilento, invocata più volte dal presidente della Fondazione. “Finalmente – dice Dario Vassallo – si apre uno spiraglio di luce sul lavoro che abbiamo condotto in questi nove anni e mezzo. Il Cilento-tuona- è una terra “persa”. Basti pensare – aggiunge il fratello del sindaco – che qualche anno fa, un sindaco cilentano sostenne che il problema del Cilento non è la presenza della camorra che opera sul territorio e che toglie speranza e sogni ai giovani, ma è la presenza dei cinghiali”.

E sulla bufera mediatica scaturita dopo la messa in onda del servizio televisivo de Le Iene pochi giorni fa, sull’omicidio Vassallo e sul ruolo svolto da uomini delle Istituzioni, il presidente della Fondazione chiarisce: “Sono 10 anni che la Fondazione collabora attivamente con l’Arma dei Carabinieri. L’azione sbagliata di qualche uomo delle Istituzioni non pregiudica il rapporto e la fiducia nel lavoro dell’Arma – sottolinea Dario Vassallo – Noi cerchiamo solo la verità e lo facciamo insieme all’Arma dei Carabinieri. Chi ha sbagliato-aggiunge- chiunque esso sia, carabinieri, magistrati, ministri, politici, ecc. pagherà legalmente e pagheranno anche coloro che nel Cilento hanno avallato una politica camorristica”. Parole forti quelle di Dario Vassallo che invita la commissione antimafia ad attenzionare il territorio. “Il Cilento – conclude – con l’uccisione di mio fratello, non ha perso solo Angelo, ma ha perso il sogno in un cambiamento”. Cambiamento, quello avviato nel Cilento dal sindaco pescatore, interrotto bruscamente da nove colpi sparati da una pistola non ancora ritrovata dagli inquirenti.

di Mariateresa Conte