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Padula (Sa) – Un uso responsabile delle parole nel linguaggio quotidiano. È la singolare iniziativa intrapresa dall’amministrazione comunale del sindaco di Padula, Paolo Imparato. Ieri infatti, la giunta comunale, con la delibera n.200 del 6 dicembre, ha approvato il “Manifesto della comunicazione non ostile” promosso dall’associazione no profit “Parole O_Stili” di Trieste. 

Il Manifesto infatti, è un progetto sociale di sensibilizzazione contro la violenza delle parole che ha l’obiettivo di responsabilizzare gli utenti della rete all’uso di forme di comunicazione non ostile, nella consapevolezza del fatto che “virtuale è reale”. Creato con la la partecipazione collettiva circa 300 professionisti ed esperti della comunicazione, tradotto in 30 lingue e declinato in 6 ambiti (politica, pubblica amministrazione, sport, educazione, aziende è scienza), il manifesto ha ricevuto due medaglie del Presidente della Repubblica ed è composto da 10 punti e vede tra i comuni aderenti: Milano, Torino, Padova, Novara, Ferrara, Lanciano, Latina, e le Università Luiss, Lumsa, Cattolica e oggi, anche Padula.

“Riteniamo-fanno sapere da Palazzo di città, il sindaco Imparato e l’assessore alla cultura, Filomena Chiappardo-che sia importante, soprattutto per i ragazzi in questo particolare momento storico, educare all’uso corretto dei social e al linguaggio utilizzato che ha un ruolo e delle conseguenze importanti sulla società tutta”.

Attenzione all’uso della terminologia utilizzata nel linguaggio quotidiano dai giovani sui social dunque, racchiusa nel Manifesto che si fonda su dieci punti cardini: 1- Virtuale è reale. Dico e scrivo in rete solo cose che ho il coraggio di dire di persona; 2- Si è ciò che si comunica. Le parole che scelgo raccontano la persona che sono: mi rappresentano. 3- Le parole danno forma al pensiero. Mi prendo tutto il tempo necessario a esprimere al meglio quel che penso. 4- Prima di parlare bisogna ascoltare. Nessuno ha sempre ragione, neanche io. Ascolto con onestà e apertura. 5- Le parole sono un ponte. Scelgo le parole per comprendere, farmi capire, avvicinarmi agli altri. 6- Le parole hanno conseguenze. So che ogni mia parola può avere conseguenze, piccole o grandi. 7- Condividere è una responsabilità. Condivido testi e immagini solo dopo averli letti, valutati, compresi. 8- Le idee si possono discutere. Le persone si devono rispettare. Non trasformo chi sostiene opinioni che non condivido in un nemico da annientare. 9- Gli insulti non sono argomenti. Non accetto insulti e aggressività, nemmeno a favore della mia tesi. 10- Anche il silenzio comunica. Quando la scelta migliore è tacere, taccio. 

                                                                                                   Mariateresa Conte