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Pagani (Sa) – Annamaria Torre, la figlia di Marcello Torre, il sindaco di Pagani ucciso dalla camorra nel 1980, interviene nel dibattito politico che ha tirato in ballo il padre chiedendo, a nome di tutta la famiglia di non strumentalizzare il nome del padre. 

“Ancora una volta, con amarezza e sofferenza, ho dovuto constatare che il nome di mio padre viene strumentalmente utilizzato da qualcuno, non so bene perché,  ma di certo in contesti e circostanze che con il sacrificio di mio padre non hanno nulla a che vedere – scrive Annamaria Non mi interessa entrare nel merito delle questioni che riguardano l’Amministrazione comunale di Pagani. Ciò che mi interessa e per cui mi batterò è che della memoria di Marcello Torre, così come di quella di tutte le vittime innocenti delle mafie, non si faccia un uso strumentale. Ecco perché trovo inconcepibile richiamare il sogno che mio padre nutriva nei confronti della sua città, e per il quale ha dato la vita, per difendere scelte politiche e amministrative che nulla hanno a che vedere con quella storia.

Ho lasciato cadere le polemiche e gli attacchi violenti sferrati all’indirizzo del Premio Marcello Torre anche in sedi istituzionali. L’ho fatto proprio per evitare che la memoria di mio padre diventasse terreno di scontro. Ma credo che alcuni limiti non vadano superati. Sento di doverlo a me stessa, alla mia famiglia e soprattutto a papà. Sento di doverlo a quel sogno di una città che aspetta ancora di diventare civile e libera”. Sulla questione nei giorni scorsi era intervenuto, in una conferenza stampa, l’ex sindaco di Pagani, Alberico Gambino sostenendo che erroneamente gli fosse stata attribuita una lettera in cui non si faceva riferimento ad alcune famiglie che hanno dato tanto alla città, ponendo l’accento su altre questioni che hanno suscitato irritazione in alcune personalità note di Pagani. “La famiglia Torre e la famiglia Esposito Ferraioli non sarebbero citate da me nella lettera. Cosa non vera. Si costruiscono dei casi politici sul nulla, sulle falsità. Io non ho scritto alcuna lettera”.