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Verificare i dispositivi di sicurezza” che, se ritenuto opportuno, vanno “innalzati al massimo livello”. È quanto prevede, secondo quanto si apprende da fonti qualificate, la circolare che il Viminale ha inviato a prefetti e questori per sollecitare, come ha sottolineato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, un aggiornamento della sicurezza dei leader politici alla luce dell’attentato negli Stati Uniti in cui è stato ucciso Charlie Kirk e dell’innalzamento dei toni del dibattito politico nel nostro paese.
L’input dato a prefetti e questori riguarda sia politici nazionali che locali, a partire dalla premier Giorgia Meloni, dai vicepremier e dalle massime cariche istituzionali, che comunque già beneficiano del massimo livello di sicurezza previsto, sia personaggi che, vista la situazione internazionale, possano in qualche modo risultare comunque a rischio o essere esposti a “pericoli straordinari”. La massima tutela prevista – quella di primo livello – prevede una decina di persone e tre auto blindate a protezione: significa che, nell’arco di 24 ore, il dispositivo riguarda almeno 30 persone.
Ma anche in questo caso è stata chiesta, sempre secondo quanto si apprende, una verifica per capire se è necessario intervenire e potenziare il dispositivo con interventi ad hoc.

L’allineamento tra la sanzione e l’effettività dell’espiazione della pena stessa è un percorso che si è valutato in qualche modo di rafforzare, un tema del nostro sistema penale sul quale si dovrà riflettere sempre di più”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a margine di un’iniziativa di FdI a Paestum. Quello della certezza della pena, ha aggiunto il ministro, “è un tema solito, classico, su cui ci si confronta. Sulla valutazione del nostro sistema penale e sulla valutazione che a volte alcune magistrature di sorveglianza fanno”.
Il ministro ha poi risposto ad una domanda sul caporalato. “Il caporalato si contrasta non solo con l’intensificazione dei controlli che abbiamo fatto e che stiamo facendo in maniera progressivamente crescente, ma anche prosciugando quelli che sono i meccanismi che in qualche modo lo favoriscono”. Per questo, ha concluso, “il Governo lo ha fatto creando i presupposti per cui il nostro mercato del lavoro attinga sempre di più delle occupazioni regolari di cittadini stranieri che possano entrare in maniera regolare sul territorio nazionale”.

“L’Autonomia è un processo di valorizzazione delle classi dirigenti locali, quindi non vedo perché debba essere un boomerang”. Così il ministro dell’Interno Matteo Piandedosi a risposto a Paestum a margine di un evento di FdI a chi gli chiedeva di una possibile accelerata da parte del governo sull’Autonomia differenziata con le elezioni regionali previste in autunno in diverse regioni.
“Favorire i processi di autonomia dovrebbe essere qualcosa che incide positivamente nella logica di chi, in qualche modo, afferma il valore della propria partecipazione alla politica regionale – ha aggiunto – É tra obiettivi del Governo annunciati sin dall’inizio, quindi andrà avanti comunque”.
 
“Non bisogna dimenticare che ci possono essere processi di emulazione, non tutti sono in grado di raccogliere nel modo giusto certi messaggi e quindi qualcuno può in qualche modo fraintendere”. Lo dice il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a margine di un evento di FdI a Paestum sottolineando che è “doveroso provare ad abbassare i toni e non farsi prendere da quella che è la vivacità della discussione politica, che magari soprattutto sotto campagna elettorale ha delle fiammate”.