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Palomonte (Sa) – Porta il nome di una delle vittime del terremoto del 23 novembre 1980, lo speaker radiofonico Giuseppe Chiola, la piazza del centro storico del paese della cittadina di Palomonte, nella Valle del Sele, inaugurata qualche giorno fa.
A prendere parte all’iniziativa di Palazzo di città, il sindaco di Palomonte, Mariano Casciano, il sindaco di Montecorvino Pugliano e nipote della vittima, Alessandro Chiola, e il figlio della vittima, Angelo Chiola.
Piazza che ora ricorda alla comunità della piccola cittadina salernitana il dramma e la devastazione del terremoto in una terra che ancora ne porta i segni, ma anche l’amore per la vita e per la radio locale di Giuseppe detto “Peppino” Chiola. Fu Chiola infatti, una delle tre vittime di Palomonte in quella tragedia senza fine. Geometra di professione ma speaker radiofonico per passione, tra i fondatori della radio del paese.
Amore per la radio a cui il terremoto del 23 novembre 1980 mise fine proprio mentre Chiola stava conducendo un programma radiofonico notturno. Così, la sera del 23 novembre di quarantuno anni fa, intorno alle 19.30, mentre alla radio andavano in onda le canzoni hit degli anni ‘70-80 e la tv trasmetteva le partite di calcio, il boato di una forte scossa di terremoto devastò i paesi del cratere salernitano e dell’Irpinia e le vite di centinaia di migliaia di persone, molti dei quali morirono.
A perdere la vita sotto le macerie del terremoto, anche Giuseppe Chiola, che rimase schiacciato dalle travi dei palazzi del centro storico di Palomonte proprio mentre tentava di scappare e mettersi in salvo. A riconoscere il corpo ormai senza vita di Chiola, sepolto dalle macerie del sisma, fu il fratello Tito insieme ad altri parenti, solo molte ore dopo quando la devastazione e la furia mortale del terremoto diedero la possibilità ai sopravvissuti di poter cominciare a scavare a mani nude sotto le macerie, facendo l’amara scoperta. Il terremoto aveva messo fine alla vita di Giuseppe Chiola e ai sogni di un giovane palomontese innamorato della radio e della sua città ma che ora tornano a rivivere attraverso una stele in marmo deposta nella piazza che lo ricorderà per sempre.