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Buccino (Sa)- “Io, ex operaio di una fonderia dico No alla delocalizzazione delle fonderie Pisano nella zona industriale di Buccino. La salute dei cittadini del cratere e la tutela dell’ambiente hanno la priorità assoluta sugli investimenti degli industriali”. Non usa mezzi termini ed esprime la sua netta contrarietà alla delocalizzazione delle fonderie Pisano nel lotto n.22 della zona industriale di Buccino, il giovane imprenditore del settore della ristorazione, delegato alla comunità montana e consigliere comunale della città di Laviano, Luciano Piserchia.

Un “no” chiaro quello che arriva dal politico, 36enne, dell’Alta Valle del Sele, la cui storia professionale ha avuto inizio proprio all’interno dell’opificio industriale di una fonderia salernitana.

“L’insediamento delle fonderie a Buccino minaccia l’intero territorio della Valle del Sele e Tanagro – spiega Piserchia. La fonderia – dice – rappresenta una tipologia di industria che non è compatibile né con la vocazione agricola e ambientale del territorio e né tantomeno con la direttiva di sviluppo agroalimentare e artigianale sulla quale il territorio cresce, lavora e si sviluppa con una continua evoluzione sia in termini di investimenti economici attuati da giovani imprenditori, che in termini di ricadute occupazionali”.

Poi il racconto della sua storia e delle paure: “Ho lavorato per anni all’interno della fonderia Ideal Clima di Salerno, divenuta successivamente Ideal Standard”. Un lavoro, come operaio delle fonderie, quello di Piserchia, che durò fino alla chiusura dello stabilimento nella sede salernitana che fece seguito alla delocalizzazione dell’opificio industriale. “Conosco sulla mia pelle– racconta Piserchiagli effetti su un territorio vergine, dal punto di vista ambientale, come quello del cratere salernitano, della presenza di una fonderia. Mio padre-aggiunge il politico salernitano-è stato anche lui lavoratore di una delle fonderie salernitane e anche lui, come altri operai ed ex operai, morì a seguito di una malattia tumorale ai polmoni dopo aver lavorato 25 anni in fonderia”.

Poi la paura “fino a 17 anni fa, vivevo nel comune di Montecorvino Pugliano e quando, al termine di una lunga battaglia, venne realizzata la discarica di Parapoti, preparai le valigie e scappai via. Trovai la mia strada, insieme alla mia famiglia, a Laviano, nell’Alta Valle del Sele che per me, rappresenta una sorta di isola felice perché quella del cratere è una terra ancora vergine da impianti impattanti”.
“La Valle del Sele e Tanagro deve essere unita nella battaglia contro questo tipo di insediamento di industrie – rimarca Piserchia perché nulla hanno a che vedere i meccanismi di sicurezza degli standard utilizzati negli impianti siti negli opifici moderni delle fonderie con gli effetti devastanti che questo tipo di industrie hanno sulla salute e sull’ambiente a seguito della lavorazione dei metalli pesanti”.