Secondo quanto emerge da visure camerali, in almeno uno dei provvedimenti il dirigente responsabile del reparto coinvolto risulta essere socio in affari dello stesso Longanella. Una circostanza che, se confermata, configura quantomeno un grave conflitto di interessi sul piano etico e morale, incompatibile con la terzietà richiesta a chi guida procedimenti di questa delicatezza.
A denunciare pubblicamente l’anomalia è Mario Polichetti, responsabile nazionale Sanità dell’Udc, che definisce “gravissima” la posizione assunta dal management.
“Siamo di fronte a un evidente conflitto di interessi – afferma Polichetti -. Il dottor Longanella, in qualità di presidente della commissione disciplinare, ha sottoscritto atti contro una professionista sanitaria su impulso di un dirigente con cui, come attestato da documenti ufficiali, intrattiene rapporti societari. È inaccettabile. In qualunque altro contesto, una simile condotta avrebbe imposto quantomeno l’astensione”.
La vicenda riguarda, tra l’altro, una dottoressa “colpevole” di aver segnalato presunte irregolarità nei processi decisionali e gestionali della struttura ospedaliera.
“Invece di approfondire le denunce e proteggere chi ha avuto il coraggio di parlare – continua Polichetti – si punisce chi chiede legalità e trasparenza. Questo è un sistema che si difende reprimendo le voci scomode, non correggendo gli errori”.
Il dirigente dell’Udc si appella direttamente agli organi competenti: “Chiediamo l’intervento della Procura della Repubblica di Salerno per accertare eventuali responsabilità penali, oltre a sollecitare un immediato cambio di rotta nella gestione del Ruggi. Il dottor Longanella, alla luce delle relazioni personali e professionali emerse, non può continuare a ricoprire quel ruolo senza mettere a rischio la credibilità dell’intero sistema disciplinare”.
Infine, un richiamo al Ministero della Salute: “Mi attiverò istituzionalmente affinché anche il ministro Orazio Schillaci monitori la situazione. Difendere questi medici non è solo un atto politico, ma una scelta di giustizia. Nessuno deve temere ritorsioni per aver fatto emergere la verità”.