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di Mariateresa Conte

Pollica (Sa)- Nomi, cognomi e ruoli professionali ricoperti. Dario Vassallo, fratello del sindaco pescatore di Pollica, Angelo e presidente della Fondazione intitolata al primo cittadino, ascoltato ieri sera dalla Commissione parlamentare Antimafia del Senato della Repubblica, in un’audizione il cui contenuto in parte, segretato, per riferire della presenza dell’infiltrazione mafiosa nel territorio salernitano, non ha risparmiato nessuno, facendo nomi e cognomi di rappresentati delle Istituzioni, civili e militari, coinvolti direttamente e indirettamente attorno ai misteri e ai presunti depistaggi che avvolgono da nove anni e mezzo, l’omicidio del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo.

Ambientalista, simbolo della lotta all’illegalità e pescatore di professione, Angelo Vassallo trasformò la città di Pollica ed il suo mare, in un simbolo di bellezza ambientale, ottenendo riconoscimenti nazionali ed internazionali. Impegnato in prima persona nella lotta alla speculazione edilizia e all’inquinamento, Vassallo rivestì oltre al ruolo di sindaco di Pollica, anche il ruolo di consigliere della Provincia di Salerno ed è proprio negli ultimi anni che il primo cittadino cilentano, denunciò alla Provincia e alla Procura della Repubblica di Salerno, una serie di anomalie circa la realizzazione di una strada provinciale, la Celso-Casalvelino, appaltata, finanziata dalla Provincia ed i cui lavori, pur se pagati interamente e completati ma solo sulla documentazione cartacea, non vennero mai portati a termine. Denuncia, sulla quale la Procura della Repubblica aprì un’inchiesta denominata “Strade Fantasma” che venne divisa in due filoni (di cui uno terminato con la prescrizione dei reati) che videro ben 77 persone, tra imprenditori, politici e funzionari della Provincia, indagati a vario titolo. Un vero e proprio sistema illecito quello scoperto e denunciato dal sindaco Vassallo il quale fu ascoltato dagli inquirenti proprio alcuni giorni prima di essere ucciso con nove colpi di pistola la sera del 5 settembre 2010 mentre stava facendo rientro a casa a bordo della sua macchina.

Un omicidio quello del sindaco di Pollica, avvolto ancora oggi, da tanti misteri sui quali indaga la Procura di Salerno, ed i cui mandanti ed esecutori restano ancora senza volto. Solo dopo nove anni dalla morte del sindaco però, la famiglia del primo cittadino, visionando gli atti balistici e il referto dell’autopsia sul cadavere, ha scoperto che il sindaco era stato attinto da nove colpi di pistola e non sette come erroneamente era stato riferito alla stampa da anni. “Chi ha ucciso mio fratello – ha detto Dario Vassallo alla Commissione antimafia presieduta dal senatore Nicola Morra – sparando quei nove colpi che hanno colpito gli organi vitali del corpo, uccidendo mortalmente Angelo già al primo colpo, è un professionista della morte-ha aggiunto. Voglio che si faccia verità su quanto accaduto quella sera e nei giorni seguenti. In questi anni – ha detto – sono stato beffeggiato, minacciato, offeso e querelato, ora voglio che chi di dovere si batta per la verità sulla morte di un sindaco e non voglio essere preso in giro. Permettetemi – ha chiosato al termine di una lunga relazione durata circa due ore durante le quali ha raccontato ogni dettaglio di ciò che accaduto in nove anni dopo la morte del fratello – di denunciare lo Stato italiano alla Corte Suprema dei Diritti dell’Uomo per come sono stato trattato. Con Angelo non è stato ucciso solo mio fratello, ma è stato colpito lo Stato” ha concluso il presidente della Fondazione. Ora però, non si esclude che nei prossimi giorni, la commissione antimafia possa convocare magistrati e politici salernitani per ascoltarli in audizione.