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Battipaglia (Sa) – Sindrome di Brugada o morte improvvisa: emerge una percentuale allarmante al termine della giornata di screening e prevenzione gratuita meritoriamente organizzata dalla Fondazione Emanuele Scifo – presso la propria sede del centro direzionale di Battipaglia (leggi qui) – in collaborazione con le Università IsfoaPopolare Universo Humanitas e l’associazione Internazionale Onlus ‘E ti porto in Africail cui presidente, il cardiologo Vincenzo Mallamaci autore delle visite, dichiara: Abbiamo praticato elettrocardiogramma e visita cardiologica gratuita a circa cento bambini. In due casi abbiamo rilevato sintomi che riportano, in modo sospetto, alla sindrome di Brugada. Questi bambini dovranno essere sottoposti ad ulteriori indagini. Due su cento è un percentuale davvero alta”. Nelle stesse ore in cui al liceo Da Vinci-Genovesi di Salerno veniva scoperta una targa in onore e ricordo degli alunni Vittorio Senatore e Melissa La Rocca (leggi qui), quest’ultima uccisa in classe proprio da questo inesorabile killer subdolo e silenzioso, a Battipaglia quattro genitori hanno appreso di dovranno agire in fretta per evitare rischi ai propri figli.  La sindrome di Brugada, o anche sindrome della morte improvvisa notturna di causa sconosciuta (o ‘Sunds’, dall’inglese Sudden Unexplained Nocturnal Death Syndrome), è una patologia genetica cardiaca con disturbi dell’attività elettrica del cuore in assenza di difetti evidenti del miocardio con caratteristici reperti elettrocardiografici. È un’alterazione congenita dei canali ionici, trasmessa da genitore a figlio, che si associa a fibrillazione ventricolare e morte cardiaca improvvisa. Il più tipico elettrocardiografico è il cosiddetto segno di Nava.

“Il trovarsi di fronte a un elettrocardiogramma con le tipiche onde non autorizza a far diagnosi di sindrome, soprattutto nei soggetti asintomatici e senza familiarità, ma implica il ricorso ad ulteriori indagini di conferma, ai quali i due bambini sono stati avviati. Andrebbero incentivati i controlli elettrocardiografici sui bambini, considerando che dei cento visitati una percentuale non aveva mai praticato un elettrocardiogramma pur se dediti ad attività sportiva” chiude il cardiologo Vincenzo Mallamaci, ripreso in alto mentre, in una altra occasione, effettua una visita cardiologica ad un neonato.