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Salerno – Le salernitane Capaccio Paestum, Giffoni Valle Piana, Padula e Teggiano si contenderanno con le campane Castellammare e Procida e altre trentotto città italiane, a partire dal 2 marzo (data ultima per le presentazioni al Mibact dei dossier di candidatura, poi analizzati da esperti di chiara fama) la designazione di Capitale Italiana della Cultura 2021. Quello di ‘Capitale Italiana della Cultura’ è un riconoscimento istituito da Dario Franceschini con la legge Art Bonus nel 2014 che garantisce un milione alla città prescelta per la realizzazione del programma presentato.

Il 30 aprile il Mibact comunicherà alla selezione i 10 progetti finalisti. I rappresentanti delle rispettive città saranno convocati in audizione. Il 10 giugno il verdetto della giuria ad esito del quale si procederà con la formalizzazione attraverso delibera del Consiglio dei Ministri. Già Capitali italiane della Cultura le città di Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna, Siena, Mantova, Pistoia, Palermo e Parma per il 2020.

Regione per regione le quarantaquattro candidature sono: L’Aquila (Abruzzo); Venosa (Basilicata); Tropea (Calabria); Capaccio Paestum, Castellammare di Stabia, Giffoni Valle Piana, Padula, Procida, Teggiano (Campania); Ferrara, l’Unione dei Comuni della Bassa Reggiana, l’Unione dei Comuni della Romagna Forlivese (Emilia Romagna); Pordenone (Friuli Venezia Giulia); Arpino e Cerveteri (Lazio); Genova (Liguria); Vigevano (Lombardia); Ancona, Ascoli Piceno, Fano (Marche) Isernia (Molise); Verbania (Piemonte); Bari, Barletta, Molfetta, San Severo, Taranto, Trani, l’Unione Comuni Grecia Salentina (Puglia); Arezzo, Livorno, Pisa, Volterra (Toscana); Carbonia e San Sperate (Sardegna); Catania, Modica, Palma di Montechiaro, Scicli e Trapani (Sicilia); Belluno, Feltre, Pieve di Soligo, Verona  (Veneto).