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Salerno – Mara Carfagna, il cui partito rimedia nella provincia che le ha dato i natali un risultato tanto magro da assomigliare ad un flop, certamente tornerà ai tavoli del Mulino Urbano di Piazza Malta a Salerno per conferire contenuti all’analisi post-voto: d’altronde fu lei il 7 settembre, stesso luogo, a rinviare domanda e risposta “al dopo il 21, giorno delle elezioni”. La domanda (guarda video) è rimasta in attesa di risposta.

Altro che riconquista della leadership della coalizione: Forza Italia non riesce nemmeno ad entrare in quel Consiglio regionale che ‘bellicosamente’ intendeva conquistare. Nelle stesse elezioni del 2015 aveva raccolto 53.589 voti (11.42%) eleggendo un consigliere regionale; nel 2020 i voti scendono a meno della metà (25.745) per un magrissimo 5.40%. E’ l’unico partito di centro destra a non entrare nell’assise di Palazzo Santa Lucia. Se Atene piange, Sparta comunque non ride: Fratelli d’Italia si assicura l’elezione di Nunzio Carpentieri ma perde oltre 15mila voti: dai 47.992 (10.23%) di cinque anni fa ai 32.657 (6.85%) del 2020. Il secondo ed ultimo consigliere salernitano della coalizione di centro destra tocca alla Lega che qui si presentava per la prima volta. Il Carroccio raccoglie 30.760 voti (6.46%) eleggendo Attilio Pierro. In termini di coalizione il candidato presidente Stefano Caldoro raccoglie complessivamente 99.211 voti (18.71%) a fronte dei 165.438 (32.43%) del 2015.

Stesso crollo anche dei 5 Stelle: la candidata alla presidenza Valeria Ciarambino partiva nella circoscrizione salernitana dai 63.105 voti del 2015 (12.37%); oggi si ferma a 32.501 (6.13%) che comunque le bastano per portare a casa un seggio, quello rioccupato da Michele Cammarano.

Svuotare gli avversari: è stato questo il capolavoro politico di Vincenzo De Luca.