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Salerno – Nonostante si sforzi di apparire integrata nel tessuto politico locale, l’impressione è che a Salerno la Lega dovrà faticare ancora molto per scrollarsi di dosso la percezione di ‘corpo estraneo’, di partito d’altri, proveniente da altre terre. La fotografia ‘parla’: domenica mattina, per presentare il progetto politico amministrativo, al tavolo di un Polo Nautico di Pastena blindato da Polizia e Carabinieri, i relatori sono stati sette. I lombardi Nicola Molteni (coordinatore regionale campano), Andrea Crippa (vive segretario federale nazionale) e Luca Toccalini (segretario federale Lega Giovani); i napoletani Nicholas Esposito (coordinatore provinciale a Salerno) e Aurelio Tommasetti (coordinatore dei gruppi di lavoro intenti a scrivere il programma). La debole rappresentanza salernitana affidata al pellezzanese Tiziano Sica (coordinatore provinciale Lega Giovani) ed alla paganese Lucia Vuolo (eurodeputata). Poca ‘Salerno città’ anche in sala. Lo si è intuito quando, alla azzardata battuta di Molteni “stasera forza Napoli contro la Juve” – politicamente finalizzata a valorizzare le identità territoriali (dimostrando, peraltro, di non conoscerle…) – l’unico ‘vero’ applauso è stato di Gianluca Cantalamessa, deputato napoletano eletto a Salerno, seduto al fianco di Pina Castiello spesso, in verità, intenta a seguire le dirette facebook di Salvini nella domenica del voto. Nessun riferimento ad intese sul nome per le regionali: “Se ne parlerà dopo il voto in Emilia e Calabria”. Bravo, Andrea Crippa, a chiedere scusa “per chi, nel passato della Lega, ha offeso i meridionali”. Nel salone, tra gli altri, Ernesto Sica, Zitarosa, Christian Santoro, un operativo Luigi Cerciello, Di Brizzi, Motta, il sindaco di Positano Michele De Lucia, militanti e simpatizzanti. 

Più dell’ovvio screditamento di De Luca – spesso virulento nei toni -, degli slogan stereotipati e qui declinati, a mo’ di felpa, in ‘prima i salernitani’ e degli applausi d’ordinanza hanno fatto specie l’imperante accento lombardo e la lettura dei fatti di Tommasetti. L’ex rettore dell’Università ha attaccato a testa bassa il Governatore – con il quale in questi cinque anni il rapporto istituzionale è apparso comunque cordiale – stigmatizzando “i risultati annunciati e non raggiunti di una Regione che resta ultima in molti settori”. Esemplificativamente cita la sanità. “Per i Livelli Essenziali di Assistenza siamo ancorati al penultimo posto davanti solo alla Calabria”. Eppure dalla Regione si afferma che proprio il superamento del limite ordinario di 160 dei LEA  – passando dal punteggio di 105 (del 2015) a 185 – abbia permesso alla Campania di uscire dal commissariamento. Notizia nota a tutti (o quasi).