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Salerno – “Serve un evento diverso. Spettacolare come sempre ma a numero chiuso, riservato a chi abbia il green pass, diffuso anche nella zona orientale. Serve tutelare congiuntamente salute, lavoro e fiducia nel futuro. Serve annunciarne con certezza la celebrazione. E serve farlo subito”.

Le frasi di Antonio Ilardi, imprenditore turistico patron del Polo Nautico (Pastena) e recente candidato alle elezioni amministrative a sostegno di Enzo Napoli, hanno scatenato un acceso dibattito.

Ad Ilardi, evidentemente oggi ‘battitore libero’, il merito di aver sollevato ufficialmente il problema della gestione delle prime Luci d’Artista in epoca-coronavirus di tipo Sars-Cov-2.

Problema che le Istituzioni deputate, nella imminenza dell’accensione, ancora non hanno affrontato. Urge l’adeguamento del piano-sicurezza che, inevitabilmente, in termini di provvedimenti preventivi dovrà tenere conto del rischio-sanitario.

Senza però tralasciare anche il rischio-terrorismo in virtù del quale, all’indomani degli attacchi islamisti al Bataclan di Parigi ed ai morti per ressa in Piazza San Carlo a Torino, furono apposte le barriere in cemento a delimitazione dei percorsi pedonali.

La sensazione è quella dell’impaccio. L’azione amministrativa va a rilento, come il montaggio delle luci: a piazza Flavio Gioia, ad esempio, ancora nulla; niente si sa sul tema prescelto, sulle eventuali attrazioni aggiuntive (ci sarà la ruota panoramica?), sui mercatini tradizionali, sul coinvolgimento della grande Piazza della Libertà.  

I giorni passano. Il 9 novembre sarà verosimilmente la data-limite oltre la quale, in assenza di decisioni definitive che riguardino ogni aspetto operativo e che dettino uno stringente crono programma, l’evento di quest’anno rischierebbe di fallire. Prima di cominciare.