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Salerno – Una parte di ‘Non è l’Arena’, trasmissione condotta da Massimo Giletti, sarà dedicata all’approfondimento del caso-Salerno. Con una lunga lettera e poi attraverso un video, Giletti ha spiegato il senso dell’iniziativa giornalistica.

Interlocutore certo è Michele Sarno. Il penalista difende colui che – a quanto si apprende – sarebbe la figura centrale nel teorema accusatorio: Fiorenzo Zoccola.

Sarno, legale di Zoccola dal 2016, anche in questa vicenda gli è tecnicamente al fianco. E lì, seduto con lui davanti al giudice del primo interrogatorio, v’è rimasto per tutte le (oltre) sette ore di fitta interlocuzione. Così sarà per gli eventuali prossimi incontri.     

Politicamente, il Michele Sarno-candidato alla carica di sindaco per il centro destra nelle recenti elezioni amministrative, è stato anche intransigente segnalante anomalie nelle modalità di acquisizione del consenso in città da parte dello schieramento politico qui maggioranza da oltre 25 anni.

A pensarci bene, in questa operazione di grande equilibrismo tra deontologia, doveri professionali ed opportunità politica, Sarno potrebbe assurgere al ruolo di autentico stratega.

Scelta ponderata, la sua. Quand’ha accettato l’incarico conferitogli da Zoccola ha messo in conto le polemiche che si sarebbero sollevate. Curiosamente esse provengono però dai partiti di opposizione dentro e fuori il Palazzo di Città. Si sollevano il Movimento 5 Stelle e la parte dei Moderati facente capo a Polichetti.

In verità ci si sarebbe aspettati che l’imbarazzo politico albergasse altrove. C’è una frase, sussurrata negli ambienti vicini a Fratelli d’Italia (partito che ha indicato Sarno quale candidato-sindaco e poi lo ha tesserato) che ben lascia interpretare questa delicata dinamica: “Nostri problemi politici per Sarno suo difensore? Beh, Zoccola ha parlato per sette ore…”.

La verità è che in molti attribuiscono ai verbali scaturiti da quell’interrogatorio, potenzialità dirompenti.

Il ragionamento si fa, allora, deduttivo: nei giorni in cui il Comune si blinda all’atto di insediamento della giunta, in cui un magistrato non candidato e non eletto viene nominato assessore e nell’attesa della proclamazione dei Consiglieri Comunali l’opposizione potrebbe avere, già alla prima seduta, il match point.