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Salerno – Assemblea pubblica molto partecipata lunedì 26 novembre al Teatro municipale G. Verdi di Salerno. Organizzata dalla Confindustria salernitana la manifestazione: “L’impresa al centro. Le forze produttive contro la società del non lavoro”, ha visto la partecipazione di Carlo Sangalli, presidente di Unioncamere e Confcommercio, Daniele Vaccarino, presidente di R.E TE. Imprese Italia, Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, Francesco Rullani, professore associato della LUISS Guido Carli. Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria e del Governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca.

Proprio il Presidente De Luca, in venti minuti di intervento, è apparso preoccupato della situazione politica attuale: “Stiamo vivendo un tempo maledettamente complicato, è in un passaggio culturale da cogliere in cui è stata cancellata la dimensione della realtà e della verità. Il dibattito pubblico avviene a prescindere dai dati di fatto. Il Movimento 5 Stelle ha introdotto nella vita pubblica del nostro Paese l’idea della cancellazione della realtà; almeno la matematica dovrebbe essere valida per tutti. La logica e la razionalità e il confronto non contano più niente; prepariamoci a vivere un tempo difficile. Il dibattito pubblico vive di uno squadrismo mediatico, organizzato e finanziato, chissà da chi. Una realtà virtuale costruita sui social che sta cambiando la sostanza della democrazia soprattutto nei territori dove il livello di aggressività e volgarità, introdotto nella vita pubblica, è sconvolgente”.

“Le misure adottate dal Governo – ha proseguito De Luca – hanno già fatto del male. Penso al Decreto dignità che ha ridotto le assunzioni di giovani nelle nostre aziende e ancora il dibattito tra quota 100 e reddito di cittadinanza che ha creato un’altra catastrofe. Non c’è niente di più terribile di una ignoranza attiva. Immaginate cosa succederebbe nella sanità pubblica, dove l’età media è di 56 anni, si decidesse di andare tutti in pensione con la quota 100. Il sistema sarebbe ingovernabile. Noi dobbiamo aumentare la forza lavorativa e non mandare in pensione tutti.”

Sul reddito di cittadinza il vulcanico presidente campano è ancora più scettico: “Reddito di cittadinanza? Io non ci ho capito niente. Sappiamo che verranno investite risorse per 8 miliardi di euro ma per fare cosa non si sa. Sarà difficile tenere in piedi i programmi di apprendistato e buona parte verrà intercettata elegantemente dalla camorra. Durante l’incontro di sabato sera con il Ministro Tria al San Carlo gli ho spiegato proprio questo; se andiamo avanti senza correttivi alla manovra, il Sud verrà messo in ginocchio”.

De Luca si è poi concentrato sulla “sua” Campania e le azioni messe in campo per lo sviluppo: “In Campania stiamo facendo sforzo immane per immettere miliardi e risorse con particolare attenzione alle imprese, con contratti di sviluppo che hanno toccato 1miliardo e 6oomila, di cui il 30% per le imprese in provincia di Salerno. E ancora il sistema di incentivi, l’attenzione alle aree di crisi complesse; siamo la prima regione d’Italia ad aver già definito le ZES. E poi – insiste De Luca – le infrastrutture delle zone ASI, misure per il credito alle aziende artigiane e le piccole imprese utilizzando Sviluppo Campania. Abbiamo finanziato mezzo miliardo di euro progetti esecutivi sulla viabilità regionale,  180 milioni di euro per la portualità minore”.

Infine la sanità. Croce e delizia del Governatore: “Abbiamo messo in piedi un piano di edilizia ospedaliera da 1 miliardo e 80 milioni di euro presentato al Ministero della Salute il 24 aprile. Dopo 7 mesi continuano a perdere tempo; il Ministro Grillo si concentri sullo sblocco del finanziamento più che sulla formica del San Paolo o della goccia caduta dalla grondaia di non so quale ospedale.  Nella sanità campana si paga per la farmaceutica a 30 giorni, tempi più rapidi della Lombardia. Speriamo – ha concluso Vincenzo De Lucache le scelte nazionali non ci facciano troppo male e si riesca a superare il groviglio burocratico, amministrativo e giudiziario che paralizza il Paese con un codice degli appalti che è un monumento alla demenzialità”.