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Buccino (Sa) – “Verificare la correttezza burocratica ed amministrativa dei soggetti coinvolti e conoscere quali azioni la giunta regionale intende mettere in campo per la tutela del patrimonio agricolo, ambientale e l’indotto economico ambientale delle industrie alimentari con sede nella zona industriale di Buccino”. È quanto chiesto, nero su bianco, in una interrogazione indirizzata al presidente della giunta della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e all’assessore regionale all’ambiente, Fulvio Bonavitacola, dai consiglieri regionali del M5S, Michele Cammarano e Gennaro Saiello, sulla zona industriale di Buccino dove è prevista la realizzazione di un impianto di trattamento aerobico di rifiuti a matrice organica di 113mila tonnellate nel lotto industriale n.18. Lotto acquistato nel 2016 dalla società sarnese Buoneco s.r.l. di proprietà degli imprenditori Gaetano Buonaiuto, amministratore unico, e Gaetano Agovino, già titolari di analoghi stabilimenti a Sarno. E proprio sulla figura del gruppo societario degli imprenditori che si concentra ora l’interrogazione di Cammarano e Saiello – “per ben due volte – scrivono – nel 2010 e nel 2020, una delle aziende del gruppo è stata interessata da vasti incendi di probabile origine dolosa che hanno distrutto i rifiuti pericolosi e non, e le ecoballe, presenti negli stabilimenti”. Il riferimento è anche ambientale al lotto che dista a meno di 150 metri dal letto del Fiume Bianco, affluente del Sele, area regionale protetta, sul cui insediamento dell’impianto vi è un ricorso davanti ai giudici del Tar da parte della Buoneco contro il Comune di Buccino per il diniego del permesso a costruire. Al ricorso giudiziario si è opposta anche l’industria alimentare Icab, quest’ultima industria conserviera che ha chiesto ai togati l’annullamento di tutti gli atti autorizzativi alla società e l’annullamento del “silenzio assenso” sul progetto da parte del Comune di Buccino che si era opposto dopo la scadenza dei termini. Contrarietà che ha visto anche il consiglio comunale modificare anche il Puc che ha trasformato la zona industriale in “distretto artigianale agroalimentare“. Modifica,poi bocciata dai giudici del Tar, dopo il ricorso con richiesta di annullamento da parte delle fonderie Pisano, Buoneco e altre aziende.
Ricorsi che presto vedranno quindi, Consiglio di Stato e Tar, esprimersi e decidere sulle sorti della zona industriale di Buccino.
L’impianto di rifiuti – aggiungono – pregiudicherebbe lo stato di conservazione e di sviluppo dell’area – scrivono i consiglieri regionali Cammarano e Saiello, che sottolineano come –inciderebbe in maniera rilevante su un ambito fluviale caratterizzato da una elevata qualità ambientale“. Ambiente e autorizzazioni – “dal 2016 – scrivono – si sono susseguite numerose attività amministrative definendosi in nodi burocratici difficili da sciogliere dato il complesso intreccio dei soggetti coinvolti e gli interessi discordanti. Inoltre – concludono i consiglieri, facendo riferimento ai documenti inerenti le autorizzazioni avute dalla società – dalla lettura della documentazione è evidente la necessità di far luce sulle procedure valutativo-autorizzatorie“. Insomma, sulla questione, Saiello e Cammarano vogliono vederci chiaro tanto da portare il “caso rifiuti”, ancora una volta, in consiglio regionale.