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Salerno – «Ho iniziato lo sciopero della fame per protestare contro chi governa la regione Abruzzo affinché venga rimosso dal suo incarico. Sono incompetenti ed inadatti a ricoprire questi ruoli». A scriverlo sulla pagina personale di Facebook è Maria Perilli, mamma di Stefano Feniello, il salernitano originario di Valva deceduto il 18 gennaio scorso a seguito del crollo dell’hotel Rigopiano di Farindola in Abruzzo. Furono ore di grande apprensione, speranze e dolore quelle vissute dai genitori di Stefano nello scorso mese di gennaio. Speranze che si dissolsero a seguito dell’individuazione ed estrazione dalle macerie del corpo senza vita del 28enne. La fidanzata di Stefano fu estratta viva qualche ora prima. Da allora Alessio Feniello e Maria Perillo, genitori del giovane, non si danno pace e chiedono giustizia per il figlio ma si battono anche affinché non si consumino più tragedie simili. Quel 18 gennaio a perdere la vita oltre a Stefano furono altre 28 persone.

Da lunedì scorso la mamma del giovane, che in quel maledetto albergo si trovava per trascorrere qualche giorno di relax con la fidanzata, ha cominciato a non assumere alimenti. Ha dato il via allo sciopero della fame chiedendo le dimissioni delle Istituzioni ritenute responsabili del disastro di Rigopiano.

“Hanno ucciso mio figlio e altre persone, non mi fermerò  fino a quando non avrò giustizia– così, Maria Perilli spiega il motivo dello sciopero –. Ho iniziato con lo sciopero della fame per protestare contro chi governa la Regione Abruzzo affinché venga rimosso dal suo incarico. Chi è inadatto al ruolo che copre deve dimettersi, non possiamo permettere che accadano queste cose”. Sull’accaduto, la Procura di Pescara ha aperto un fascicolo d’inchiesta per omicidio plurimo colposo e disastro colposo, iscrivendo nella lista degli indagati sei persone, tra cui il sindaco di Farindola e il Presidente della Provincia di Pescara. Il papà di Stefano ha fondato l’associazione “Movimento Iustitia Nova” per combattere le ingiustizie.