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Salerno – Due diverse carte di credito di una attività commerciale di Sala Consilina clonate, ed utilizzate per acquisti fraudolenti on line per circa 2mila euro. Pirati informatici all’opera nel Vallo di Diano nelle scorse settimane ed a farne le spese è stata una Agenzia di Viaggi alla cui titolare, dopo aver realizzato l’amara scoperta, non è rimasto altro che denunciare quanto avvenuto alla Compagnia Carabinieri salese. Le carte di credito venivano utilizzate esclusivamente per l’acquisto dei viaggi commissionati dai clienti dell’Agenzia, ed erano “fisicamente” conservate in cassaforte, quindi mai esposte in pubblico. Di qui l’ipotesi che ad agire sia stata una banda di pirati informatici che sia riuscita ad acquisire tutte le informazioni “on line”.

Insomma una vera e propria banda di “prestigiatori” criminali on line, probabilmente hacker abilissimi, le cui modalità truffaldine lasciano allibiti. In entrambi i casi i malviventi hanno agito in giorni festivi, quando l’Agenzia era chiusa. Identico lo schema: prima un acquisto di prova di un euro circa e successivamente una serie di acquisti più consistenti, sempre on line, in particolare di telefoni cellulari, smartphone e altri oggetti. Il primo caso risale al mese di maggio: facile immaginare lo stupore della titolare dell’agenzia di viaggi quando le sono arrivati gli avvisi via sms degli acquisti effettuati. Alla signora non è rimasto altro che “bloccare” immediatamente la carta di credito e sporgere denuncia, ma a quel punto erano già stati effettuati acquisti per mille euro circa. Senza il messaggio di avviso ed il conseguente “blocco” da parte della titolare, il danno sarebbe stato certamente superiore. Stessa procedura da parte dei malviventi informatici alcune settimane dopo, con un’altra carta di credito sempre intestata alla medesima attività commerciale. Fortunatamente il fatto che le carte di credito venissero utilizzate esclusivamente per l’acquisto di viaggi, ed anche che gli acquisti fraudolenti fossero avvenuti in giornate festive, quando l’Agenzia era chiusa, ha consentito alla titolare di ottenere il rimborso, dimostrando l’attività criminale subita. La stessa titolare, però, ancora sotto shock per quanto avvenuto, è stata costretta a rinunciare all’utilizzo delle carte di credito tradizionali per la propria attività”.