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di Gigi Caliulo –  La seconda parte del ritiro è già iniziata eppure la Salernitana resta poco più che un cantiere aperto. Partita con curiosità dopo l’ignobile doppio salto all’indietro la stagione granata resta avvolta da un manto di incognite e perplessità. Ed il mercato, dal quale tutto l’ambiente (e crediamo anche il tecnico Raffaele) si aspetta molto ma molto di più resta ancorato a movimenti comunque interessanti ma limitati. Tanti arrivi a parametro zero ed una sola operazione onerosa – Capomaggio dal Cerignola, sicuramente un acquisto di qualità – non possono soddisfare l’ambiente e lasciano inevitabilmente scoperta una rosa che ha a che fare con diverse spine.

Il capitolo legato alle uscite è sicuramente scottante e condiziona il raggio d’azione del diesse Faggiano ma… non possono rappresentare una giustificazione per un club che ha il dovere non solo morale di riscattarsi dopo il biennio peggiore della sua storia ultracentenaria. La Coppa Italia, primo impegno ufficiale della stagione dopo la “vernice” del trofeo Iervolino, si avvicina ed incombe sul gruppo. Pensare di completare l’organico sul filo di lana tornando, in un battito di ciglia, al recente passato sarebbe un pessimo biglietto da visita alla vigilia del lancio della campagna abbonamenti. La società ha il dovere di intervenire rapidamente e di consegnare al tecnico una squadra davvero completa e senza zavorre del passato. Continuare ad annunciare quella di domani come la giornata decisiva suona come la noiosa melodia di un disco ormai sgradevole.