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di Gigi Caliulo

Lunedì il cammino in campionato della Salernitana prenderà ufficialmente il via con l’esordio casalingo – ancora a porte chiuse – contro il Siracusa. All’Arechi vedremo per la prima volta la squadra in assetto da campionato ma i dubbi – e i mal di pancia – restano.
Sia chiaro: il telaio a disposizione di mister Raffaele non è assolutamente da buttare, anzi. Il diesse Faggiano fino ad oggi ha portato a termine operazioni importanti per la categoria, regalato al tecnico più di un elemento di primissima fascia ed allestito una rosa che, in linea di massima, è da ritenersi di alto profilo. Capomaggio, Inglese, Ferrari, Golemić e Liguori sono top player per la terza serie ma le parole del tecnico dopo l’amara eliminazione ai rigori in Coppa contro il Sorrento non possono e non devono passare sotto silenzio. La squadra ha bisogno di essere completata, Raffaele ha più di un problema nelle rotazioni ed alcuni ruoli sono di fatto scoperti.
Le dichiarazioni post gara della “strana coppia” Milan-Pagano e quelle “riportate” da turista svedese 2.0 di Iervolino – a proposito del mancato impiego di calciatori ormai da tempo fuori dai radar – hanno reso ancor più fumosa questa settimana di vigilia.
La domanda è più che legittima: la proprietà – al di là delle parole di facciata, dei proclami da Borgorosso e delle pantomime post gara su rabbia e sconforto – ha davvero il timone ben saldo tra le mani? C’è davvero piena volontà di accontentare il tecnico e dare un segnale concreto anche alla piazza?
La sensazione di una recita a soggetto è forte e i dubbi sono legittimi: chiedere conto del mancato impiego di calciatori squalificati o fuori rosa quando mancano giorni, per non dire ore, al via del campionato lascia disorientati. In settimana si sono chiuse altre due uscite “pesanti”. La cessione in prestito di Lovato all’Empoli e la risoluzione contrattuale con Sepe hanno ulteriormente assottigliato il monte ingaggi-zavorra delle scorse stagioni. Restano ancora in organico Daniliuc (che ha anche saltato arbitrariamente quasi tutto il precampionato), Maggiore (che in granata è sempre stato avulso al meccanismo) e Tongya.
La società ha sempre detto che il mercato in entrata viaggia su binari non coincidenti con le uscite ma fino ad oggi le risposte “sul campo” sono state esattamente opposte. Fino ad oggi il diesse ha operato con bisturi, ago e seta per tenere uniti i lembi tra partenze ed arrivi. Non a caso si è registrato anche l’arrivo del portiere Brancolini, dall’Empoli, solo dopo la partenza di Lovato e l’ormai certa uscita di scena di Sepe.
Ma a questa squadra, che lunedì esordirà in campionato ed è bene non dimenticarlo, mancano almeno altri cinque elementi.
In tanti, non solo i 4mila tifosi che hanno rinnovato l’abbonamento in regime di prelazione prima del via alla vendita libera dei carnet, si pongono la stessa domanda. Iervolino che intenzioni ha? Si può davvero credere che un imprenditore illuminato come il patron granata ritenga soddisfacente la gestione lacunosa e sciatta del club fin qui condotta dal suo “braccio armato”, fatta di errori, clamorose dimenticanze, scelte sbagliate e dichiarazioni avventate? Se così fosse un passo indietro sul piano delle valutazioni generali sarebbe quantomeno doveroso. Una società di calcio è un’azienda atipica, crediamo sia impossibile che Iervolino non se ne sia ancora reso conto.