di Gigi Caliulo
Così bello ed insolito da essere il primo spunto di riflessione: il doppio successo consecutivo era diventato qualcosa di talmente inusuale per la Salernitana che festeggiare la vittoria sul difficilissimo – ed impresentabile – campo di Cosenza riesce quasi d’incanto a mitigare mal di pancia, smacchiare ombre e restituire entusiasmo all’ambiente.
Resta calcio d’agosto, lo stesso di sei giorni fa. Lo stesso che fino al fischio d’inizio del match del San Vito aveva fatto sollevare più d’una perplessità sul cammino fin qui condotto dai granata non tanto sul piano meramente numerico (siamo pur sempre alla seconda giornata di campionato) quanto sulla necessità di fare chiarezza sulla comunione d’intenti tra società, staff tecnico e squadra.
Il gollonzo subito ad inizio match sembrava – poi – il perfetto movente per il delitto perfetto. Ed invece la Salernitana ha trovato forza ed idee proprio dalla rete incassata, ha iniziato a macinare gioco ed ha trovato subito il pareggio con Villa. Ha tenuto botta ed è cresciuta col passare dei minuti trovando – nella ripresa – il gol partita proprio con il calciatore più chiacchierato delle ultime ore. Un filo rosso annodato da Inglese che chiude la porta alle parole ed alle sirene, ai tentativi di disturbo ed alle manfrine. Da capitano e leader – uno dei tanti – di questo gruppo ancora incompleto e bisognevole di interventi uscito, però, dal San Vito col piglio della grande squadra. Col passare dei minuti la Salernitana ha lasciato la corazza della crisalide per trasformarsi in una farfalla ancora poco definita nei dettagli ma sicuramente più vicina alle idee calcistiche del suo tecnico, quelle di squadra aggressiva e propositiva contro qualsiasi avversario. Ne ha fatto le spese un Cosenza qualitativo ma anossico che, nei minuti finali, ha perso anche lucidità.
Fu vera gloria? Non basta una partita per cambiare con uno schiocco di dita i giudizi e le valutazioni ma la differenza – sostanziale – grazie anche allo schiaffo d’inizio partita è stata palese. Ora il mercato: meno di 18 ore a disposizione per trovare la quadra ed aggiungere qualche maglia ad una coperta che anche a Cosenza è sembrata corta a dispetto del risultato.
La società ha un jolly da giocare con l’ambiente. Non sfruttare l’occasione – ghiotta – di un bioritmo favorevole sarebbe da polli.