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Salerno – L’emergenza Covid ha raddoppiato il numero delle famiglie povere nei quartieri di Sant’Eustachio e Europa, situati nella parte orientale della città di Salerno. È quanto emerge dall’indagine pilota condotta nei due rioni tra i più colpiti in città dalla crisi divampata a causa del blocco delle attività lavorative dovuto alla pandemia, al fine di analizzare le dinamiche di povertà e disagio sociale rilevate. I dati sono stati presentati nel corso di una conferenza stampa, alla presenza dell’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Salerno, Nino Savastano, del consigliere comunale Paola De Roberto e del parroco di Sant’Eustachio, don Nello Senatore.

Il lavoro di indagine preliminare realizzato nei mesi di aprile e maggio da un team composto dalla Parrocchia di Sant’Eustachio e dalla squadra di rugby popolare Zona Orientale, a cui ha contribuito anche la Parrocchia Gesù Redentore, e con il supporto metodologico dell’Osservatorio Politiche Sociali dell’Università di Salerno, offre una panoramica sulle condizioni socio-economiche in cui versano le famiglie più disagiate della zona, che si sono rivolte alle Caritas parrocchiali durante l’emergenza Covid-19 per ricevere generi alimentari e di prima necessità.

L’indagine ha interessato 112 nuclei familiari per un totale di 489 persone (il 22% del totale dei richiedenti aiuti alimentari). Nelle conclusione del lavoro si legge che, in un contesto sociale e culturale svantaggiato rompere “la trappola della povertà” vuol dire anche curare gli aspetti dell’età evolutiva dei bambini, in modo da non incentivare nel futuro l’abbandono scolastico.

Il lavoro ha un ruolo primario per gli intervistati. Il reddito riesce solo in parte a sopperire alla sua mancanza. Molte famiglie vivono con gli aiuti statali senza una prospettiva lavorativa. La salute non ricopre un ruolo primario per la maggioranza degli intervistati. Emerge, inoltre, una scarsa attitudine al cooperare con gli altri per migliorare le condizioni del quartiere;

Il quartiere di Sant’Eustachio è quello che ha visto aumentare più velocemente la quantità di persone a cui mancano anche i beni di prima necessità.