- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Salerno – “Vivo tranquillamente a casa mia, in silenzio, al massimo scrivo un articolo per Cronache, passo il tempo a documentarmi e a scrivere ogni giorno il mio nuovo romanzo. Poi… arrivano inaspettatamente degli amici e mi dicono tu ti devi candidare Sindaco a Salerno. Tutti ti votano e noi ci occuperemo di tutto!”. Salvatore Memoli ufficialmente declina ma, chi bene lo conosce, assicura che a quest’opzione pensa seriamente: a 65 anni e con una vasta esperienza amministrativa alle spalle, la consapevolezza che alcuni salernitani vedrebbero di buon occhio la sua discesa in campo per le amministrative del 2021 solletica la sua (legittima) ambizione politica.

Discorso che da ieri sera, quindi, entra ufficialmente nel dibattito politico cittadino. Certo, a dare corpo – o meno – alle suggestioni saranno gli esiti delle prossime elezioni regionali (maggio 2020) e della durata del governo M5S-Pd che definiranno i destini di Vincenzo, Piero e, ad incastro, di Roberto De Luca oltre che dei tanti consiglieri-assessori attuali che non saranno ricandidati a Salerno e che aspirano al parlamentino del Centro Direzionale. A suo favore giocano tre fattori: è stimatissimo in città; è fuori dalla politica attiva da almeno un decennio e l’eventuale sua candidatura andrebbe comunque ricondotta all’area-De Luca. Superate le frizioni di un tempo, Salvatore Memoli sembra interpretare oggi il ruolo di ‘saggio’ suggeritore dell’antico mentore e di acuto osservatore di ogni sua mossa (è spesso presente alle apparizioni pubbliche del Governatore a Salerno). Lui, però, si schernisce: “Ma dico io: a chi ho fatto male? Non bastano tutti i guai patiti in solitudine come amministratore pubblico…?”.